Dopo il post precedente, riporto qui alcune riflessioni sulle strategie di marketing utilizzate da Pornhub. Un’introduzione a MILF, il libro di Emanuela Ciuffoli di cui si è parlato a Bologna (e che non potete non leggere).
Perché vi parlo delle strategie marketing di Pornhub, una piattaforma di contenuti pornografici, e non di altri esempi? Le ragioni sono diverse.
Pornhub è un brand che ha saputo intercettare e raccogliere la sfida di presentarsi sul mercato proponendo una piattaforma tecnologicamente evoluta capace di far parlare di sé al di là del settore di riferimento.
L’azienda è divenuta una potenza a livello mondiale grazie alla qualità dei servizi, content curation, all’attenzione al cliente e ad una strategia raffinata ed efficace per comunicare con il mondo imprenditoriale: per la sua capacità di creare storie.
Utilizzando le parole di Andy Hayward di CBS news,
“Every company is a media company“
tutte le imprese sono società di media. E Pornhub non fa eccezione e lo sa.
E poi perché dopo tante noiose ricerche svolte negli anni, questa è di gran lunga la più eccitante.
Sconvolge ancora parlare di pornografia nel 2016? Forse pubblicamente, ma evidentemente non in privato visti i flussi di traffico verso i siti hot (e le community che si costituiscono attorno ad essi).
Ma se è vero che l’interesse nei confronti del porno non è una novità dell’era digitale occorre invece riflettere su come Pornhub sia riuscita ad inserirsi e a differenziarsi dai competitor, creando identità, affiliazione ed adesione attorno al Brand. Come ha fatto?
Beh. Dandoci dentro.
Offrendo una quantità enorme di contenuti e servizi, ottimizzando la user experience, creando una community attorno ad un brand forte che tra l’altro, grazie a campagne ADV mirate e storytelling,ha contribuito a superare il tabù della pornografia.
Un esempio di queste campagne (e di scontro tra mindset e generazioni) è quello relativo alla diatriba avutasi con il Consorzio Parmigiano Reggiano: il caso che mi piace definire Parmhub .
Tutto accadeva poco più di un anno fa quando uno spot promozionale di Pornhub Premium paragonava il servizio online con l’eccellenza nostrana.
Lui dice: compriamo il Parmigiano Reggiano (pronunciata in modo impeccabile e assolutamente riconoscibile)! E lei: Ma come ti sei fatto fooooodie, gourmant, pretenzioso (asserendo al fatto che si tratta del prodotto più costoso).
Lui risponde: Ma questo è il PornHub Premium dei formaggi!
E quindi vediamo lei mettere in dubbio le sue scelte più economiche, ma di peggiore qualità.
Se Parmigiano Reggiano è un’eccellenza indiscutibile dal punto di vista gastronomico e alimentare sul piano delle strategie digitali, in questo caso, ci lascia qualche dubbio.
La risposta del Consorzio non si fece attendere imponendo la rimozione della pubblicità.
Pornhub fu costretta a rivedere la sua campagna e lo fece in pieno stile, mantenendosi nel proprio campo semantico ed utilizzando la censura che aveva subito come rinforzo a sostegno della pubblicità.
Parmigiano Reggiano, che tra l’altro ha un paio di problemi nel far capire la differenza tra il vero formaggio DOC e le innumerevoli imitazioni dai nomignoli astrusi che affollano i supermercati all’estero, perse, secondo molti, un’opportunità.
Ciò che sicuramente emerge è che nell’equazione/metafora brand-persona, il partner con cui tutti vorremmo uscire e quello che uccide il nostro desiderio sono facilmente riconoscibili.
Per inciso a Reggio Emilia, città da cui provengo e in cui di Parmigiano Reggiano dovremmo intendercene, il nostro formaggio è anche definito “Induridor” proprio in virtù delle sue presunte proprietà benefiche nelle prestazioni sessuali maschili.
Parmigiano Reggiano quindi non ha saputo o voluto utilizzare quel momento per creare un ambiente di conversazioni, per raccontarsi al pubblico oltreoceano, in modo nuovo e coinvolgente, stimolando sensazioni positive forse per paura di discostarsi dall’immagine rassicurante e famigliare con cui veicola normalmente i propri messaggi.
Peccato però… Sarebbe stato sulla bocca di tutti. (e non è un pay off).
Se è vero che il Marketing è identità e narrazione di marca allora, allora occorre inserire la propria strategia di contenuti all’interno del flusso di conversazioni (real time marketing) e a volte l’ironia può essere una buona scelta.
E non solo a livello in merito alle strategie marketing di Pornhub.
Non possiamo dire come si evolverà il marketing da qui a dieci anni (local marketing, iBeacons, realtà virtuale, bande superveloci, droni, wearable technology influenzeranno il panorama in modo incisivo) ma nel binomio interattivo brand/persona possiamo immaginare che i brand di successo saranno proprio quelli che più ci ascolteranno e ci parleranno in modo stimolante e non banale; brand con i quali possiamo interagire per raccontare insieme delle storie non solo secondo logiche top-down ma di tipo orizzontale e transmediale.