Viviamo in un mondo in continuo cambiamento e le conoscenze devono evolversi con esso. Questa è una delle ragioni per cui penso di non aver mai tenuto due formazioni uguali. Quest’anno a fianco dei miei corsi “classici” su strategie di marketing, Linkedin, Personal Branding e Social Media ho avuto modo di parlare di AI, Sostenibilità e Benessere Digitale.
Non so quante migliaia di ore ho tenuto di formazione nella mia vita! Ogni volta in aula, fisica o virtuale che sia, si sviluppano sinergie, idee e spesso anche tanta umanità. D’altra parte cos’è, se non la relazione, a caratterizzare la nostra vita di mammiferi evoluti?
Studiare ci permette di attingere da conoscenze passate, di integrarle con le nuove, di riconoscerne le matrici e gli archetipi, di metterle in discussione, di farle rivivere nel fuoco del presente.
Dice Peter Senge che “Il solo vantaggio competitivo che un’organizzazione ha rispetto alla concorrenza è la capacità di apprendere più velocemente degli altri.” Mai affermazione si dimostra più vera, specie in questo oceano di innovazione tecnologica in cui siamo immersi.
La velocità del cambiamento
In questo scenario le modalità di fruizione sono profondamente cambiate, così come i temi. La pandemia ha accelerato l’adozione della formazione a distanza rendendo le stanze di Zoom un ambiente di ordinaria frequentazione, mentre la diffusione dell’Intelligenza Artificiale, i cui corsi, fino a pochi anni fa, erano appannaggio di ingegneri informatici, sono ormai divenuti tappa obbligatoria per professionisti di ogni settore, dal marketing alla sanità.
Anche gli obiettivi stanno mutando. Se prima infatti ci si iscriveva un corso per ricevere informazioni su un determinato argomento, oggi si fa più necessaria una formazione che non sia meramente tecnica, ma che approfondisca le tematiche da diversi punti di vista e che sappia creare degli spazi di riflessione che vadano oltre il tutorial.
Largo al futuro con l’intelligenza artificiale
Rimanere al passo con gli sviluppi dell’intelligenza artificiale è ormai essenziale per aziende e professionisti. Sebbene infatti esistano decine di strumenti disponibili, senza un’adeguata conoscenza, il loro utilizzo si rivela inefficace, se non controproducente.
Recentemente ho avuto l’opportunità di collaborare con CNA Reggio Emilia per un corso sul tema presso l’Istituto D’Arzo di Montecchio Emilia. In questa occasione ho avuto modo di confrontarmi con gli studenti sulle nuove possibilità professionali e personali.
Partendo dalla storia di questa tecnologia (che inizia ben prima di ChatGPT) e le sue basi terminologiche, abbiamo lavorato con prove pratiche sui diversi software. Ho voluto inoltre approfondire il rapporto macchina-umano e i nuovi orizzonti etici. Come credevo, quest’ultima parte ha scaturito un grande interesse stimolando scambi tra di loro.
Ciò è sintomo di una situazione che troppo spesso si presenta insieme a ogni innovazione. Entusiasti di sapere come sfruttarla ci dimentichiamo di comprenderla e porci domande sugli effetti, desiderati o meno, che inevitabilmente questa porta con sé.
Tra idee sull’impatto dell’IA su lavoro, ambiente, società e l’individuo, gli studenti hanno elaborato e condiviso riflessioni che avrebbero meritato molte più ore di quelle a nostra disposizione.
Ho visto il marketing cambiare e crescere
Il marketing è stato un mio grande amore, e continua a occupare un posto speciale nel mio percorso di formatore. Negli anni ho tenuto corsi su numerosi aspetti: dalle basi teoriche alle strategie avanzate, passando per lo storytelling, il content marketing e le campagne su piattaforme specifiche, solo per citarne alcuni.
Ciò che rende ancora stimolante dopo tanto tempo la formazione in questo campo è la sua rapida evoluzione. Alla velocità del cambiamento si aggiunge anche la diversificazione delle varie esigenze aziendali. Per questo motivo, non mi è possibile offrire un corso “unico” che vada bene per tutti. Anche nei corsi con partecipanti provenienti da settori differenti, cerco di costruire un percorso che tocchi gli argomenti più rilevanti per ciascuno.
Anche in questo caso, spesso si parte dal voler capire “come creare contenuti?”, “come redigere un piano editoriale?”, “come strutturare una narrazione aziendale coerente?” per poi dimostrarsi molto più interessati al discutere il perché di tali azioni.
Si innesta così una riflessione che porta a guardare oltre la cortina di dati, numeri e KPI (di cui a TEDxReggioEmilia Marco Carnevale ha fornito uno sguardo estremamente critico) per riscoprire il valore umano e creativo troppo spesso relegato in secondo piano.
Sostenibilità a portata di tutti
Un argomento tanto ricco di opportunità quanto complesso, soprattutto per le PMI, riguarda la sostenibilità. Di certo non per mancanza di impegno, ma perché quello legato all’ambiente, al sociale e alla governance sono temi delicati da trattare, dove c’è tanto da fare ma spesso non si sa bene da dove cominciare.
I casi sono molti e variegati, da quelli di successo delle imprese e delle organizzazioni che sono riuscite a comunicare efficacemente le proprie iniziative, ai peggiori casi di greenwashing, pinkwashing e rainbowashing. Di questo ho parlato a un evento organizzato da CNA Reggio Emilia e CNA HUB 4.0.
Un aspetto che si è rivelato critico è rappresentato dalla fretta che, più di altri fattori, ha determinato il fallimento di certe iniziative. Senza una pianificazione adeguata e una formazione interna finalizzata a coinvolgere management, collaboratori e dipendenti risulta difficile non incappare in errori più o meno palesi.
Per questo invito sempre a prendersi il giusto tempo per sviluppare in primo luogo una consapevolezza concreta riguardo al tema, per poi intraprendere un percorso attuativo e quindi iniziare gradualmente a condividere all’esterno i risultati.
Dal digital marketing al digital detox
Chi si occupa di digitale è spesso tra i primi a sentire la necessità di trovare un equilibrio. Le routine iperconnesse che caratterizzano le nostre giornate possono causare ansia, stress e un generale calo di produttività e soddisfazione personale. Per questo nascono sempre più percorsi per aiutarci riconoscere i segnali di questa intossicazione, a gestire meglio il tempo online e a riscoprire la qualità delle interazioni offline.
Da oltre 10 anni affronto questo tema in modo trasversale, ma è negli ultimi anni che ho osservato un’esplosione. Sempre più aziende, in particolare per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, richiedono corsi dedicati per promuovere pratiche sane e prevenire fenomeni come il burnout.
Di recente ho potuto affrontare l’argomento in un incontro organizzato da Check-up Service. In controtendenza rispetto agli altri argomenti, qui il binomio tra “come” e “perché” finisce per ribaltarsi. Infatti, partendo dalla comprensione delle dinamiche alla base della dipendenza digitale, il vero fulcro della discussione si sviluppa intorno alle pratiche da poter mettere in atto.
Dalla creazione di spazi tech-free, a quella di un regolamento etico-digitale sul lavoro, fino all’attuazione di pratiche meditative, sono molte le possibilità per riequilibrare il nostro rapporto la tecnologia e ognuna di esse può essere introdotta velocemente una volta apprese nel loro funzionamento.
Perché amo la formazione
In questi anni ho avuto il privilegio di incontrare migliaia di persone, ognuna con il proprio bagaglio di esperienze, domande e aspirazioni. Ogni incontro è stato un momento di scambio, un’opportunità per imparare tanto quanto ho insegnato.
Che si tratti di intelligenza artificiale, marketing o benessere digitale, il mio obiettivo rimane lo stesso: offrire strumenti, ispirare curiosità e aiutare a crescere se stessi e il proprio contesto ambiente (e ovviamente divertirmi).
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