Come tradizione a fine anno tiro un po’ le somme in un polpettone che, come tale, è un’accozzaglia di cianfrusaglie mentali, tuffi al cuore e formicolii dialogici non adatta a palati raffinati.
Il polpettone non si prepara in anticipo ma si fa con quello che c’è. Qualche avanzo disperso nello spaziotempo proprio del cassettone del frigorifero, del pane raffermo, una verdura solinga, rimasugli di esistenze, bucce, residui di salse, qualcosa che funga da collante e un po’ di coraggio (o follia). Recentemente a lezione un mio professore ha detto che “il fine giustifica i matti”. Mi sento pertanto ampiamente giustificato a scrivere questo riassunto che sarebbe un peccato buttare via. Per me quanto vissuto è stata un’opportunità di nutrimento. Spero lo sia anche per te che leggi.
Manca un ingrediente
Sarò sincero però. Ho escluso un tema pesante per non rovinare la cena a nessuno. In questo articolo posso fare finta di nulla ma chi mi segue sa di cosa sto parlando, di quanto trovi disumano ciò che sta accadendo e il modo con cui media, politica e social network stiano tacendo e censurando. Non mi dò pace che non ci sia pace, che non ci si riconosca come un’unica umanità, di come sia possibile nel 2024 assistere a tanta crudeltà e orrore.
Quello che resta
A esclusione di quanto detto, quello che resta non è frutto di una scelta meticolosa ma forse più l’esito imprevedibile, di una vita che continua a sorprendermi e che ancora non capisco. La vita è un mistero e un mistero non è un problema da risolvere ma una dimensione da vivere, da attraversare e da cui lasciarsi attraversare (“Dune” docet). Questa porosità porta con sé il privilegio di poter mutare tra metamorfosi fisiche e psicologiche, di permettere che profumi, melodie, idee e sapori ci seducano e ci contaminino in un continuo disequilibrio che necessita di cure costanti, di attenzione e di aiuto, a volte.
Un eccesso di vita può infatti destabilizzare. Capita di fare indigestione anche se, a dire il vero, non è la vita a essere eccedente ma il nostro essere troppo preoccupati di contenerla a farci del male. Lei si distilla a ogni istante, nella misura a noi possibile, anche se questo è spesso al di là di ciò che immaginavamo. Non controlliamo così tanto come credevamo, forse non controlliamo un bel niente e ci piace raccontarci storie di cui siamo i protagonisti mentre la trama va avanti e ci trascina.
Se vuoi fare ridere Dio, parlagli dei tuoi progetti
Io gliene ho parlato, lei/lui me li ha un po’ stravolti ma alla fine credo che abbia fatto bene. Insomma ne abbiamo riso insieme, a volte di più, a volte decisamente meno. Negli ultimi giorni più che altro mi domando se mi sta dando indicazioni specifiche o se semplicemente, preso da un momento di ilarità, si sta sollazzando con qualche scherzetto. Vallo a sapere.
Anche questo 2024 è stato intenso ma in modo diverso rispetto al passato. È stato intenso perché al di là degli eventi narrabili, di cui posso dire cosa ho visto e fatto, c’è una dimensione diversa che emerge, che prende spazio e che sta cercando una via per esprimersi. Lo sta facendo a modo suo, imprevedibile e generosa, irritante e amorevole al contempo, ma sempre stimolante.
Cos’ho combinato in breve
L’anno è iniziato con un viaggio a Londra che mi ha rigenerato e divertito. Ho rivisto il mio amico Matteo Bandi, conosciuto quando organizzavamo Bologna Design Week, e poi compagno di Digital Detox Design, e ho fatto il turista tra esposizioni, musical e spettacoli drag. L’anno è stato costellato da corsi di formazione, incontri con il gruppo buddista Dhagpo Emilia Romagna, eventi e fiere (da EIMA al Cersaie passando dal Fuorisalone e il WMF che qui critico ma che per chi non c’è mai stato resta un appuntamento rilevante a livello nazionale), due convegni internazionali (The Elephant in The Room, sul tema della coscienza al di là del riduzionismo, e poi la Seconda Conferenza Annuale dell’International Society for Contemplative Research), tre ritiri (da Pomaia a Bordo), qualche viaggetto, gli incontri di Homus per Federmanager e, ovviamente, le lezioni al Master a Padova.
Sono grato di aver potuto approfondire tanti temi, sperimentando, insieme a docenti, maestri, a compagne e compagni di corso davvero speciali, diversi approcci alla contemplazione, diversi approcci, dall’MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction), alle meditazioni della tradizione Theravada, dal quella analitica alla Vipassana, passando da Shiné o Samata (la meditazione di calma mentale), fino alla CCT (Compassion Cultivating Training). Mi sono passate davanti menti illuminate, ho studiato un po’ di tutto e ascoltato lezioni su argomenti che spaziano dai correlati neurali negli stati alterati di coscienza, dai riti sciamanaci, all’incontro con Nagarjuna, dal Tukdam fino a Plotino integrando prospettive diverse provenienti dalla psicologia, la filosofia, l’ipnosi, le neuroscienze, le tradizioni mistiche da Oriente a Occidente, dal Sufisimo allo Zen. Un viaggio appassionante, ricchissimo di sapere e di emozioni che mi ha permesso di ascoltare relatori che passano senza fatica dal canone Pali al Giapponese, dal Tibetano al Sanscrito.
Marketing, AI, Sostenibilità
Ho lavorato su progetti di marketing per i miei clienti cercando di portare come sempre un po’ di pensiero laterale, tanta energia e concept innovativi, parlato di sostenibilità in un evento organizzato da CNA Reggio Emilia, tenuto i primi corsi sull’Intelligenza Artificiale e, ogni tanto, mi sono isolato un po’ per prendere fiato e ri-orientare le mie azioni e rilassarmi (la casetta in montagna e un’isoletta a sud di Creta sono state provvidenziali).
Ho avuto momenti in cui il cuore quasi esplodeva di gioia e gratitudine, di spaventosa meraviglia. La bellezza mi ha travolto e mi sono ritrovato nudo e fragile. Ho pianto tante volte e per ragioni diverse. Mi sono sentito smarrito ed eccessivamente importante. Ho lavorato sempre e sperimentato nuove tecniche. Ho avuto paura ma anche tante opportunità per procedere nel mio percorso, soprattutto in relazione alla consapevolezza sugli strumenti digitali, grazie a persone stupende che mi hanno supportato e al mio studio di Bologna che funge anche da rifugio quando ho bisogno di studiare e scrivere con maggiore concentrazione.
Benessere digitale
A fianco delle attività di consulenza e formazione marketing ho approfondito ulteriormente gli studi sul benessere digitale e sull’influenza delle tecnologie nelle nostre vite. Ho partecipato a un’interessante iniziativa sul tema a Milano, parlato in occasione della Giornata della Cittadinanza Digitale a Vicenza portando la meditazione in una stupenda sala convegni e organizzato alcuni eventi “digital detox” tra cui gli aperitivi di “Zero Signal Soirée”a Liquidi Su Misura, in collaborazione con Kraken Fumetteria, in cui distribuisco buste dove riporre il cellulare e vivere un’esperienza lontana da schermi e notifiche.
Festival Filosofia
Insieme a Enrico Lombardi di Quinta Parete ho tenuto dei laboratori su respiro e consapevolezza delle emozioni in occasione di Festival Filosofia. Lavoro di tanto in tanto con le scuole e, in un progetto in collaborazione con Social Warning – Movimento Etico Digitale per “Dove”, mi sono ritrovato in una scuola elementare di un paesino in collina per scoprire che, forse, gli anticorpi all’intossicazione digitale potrebbero arrivare proprio dalle nuove generazioni.
Nuove collaborazioni
Guardando al futuro posso già anticipare alcuni grandi novità in via di sviluppo. Sono referente per Emilia Romagna, Lombardia e Toscana di “Log Out Live Now”, il primo tour operator digital detox d’Italia. Grazie al cuore attento di Elena Codeluppi, sono entrato in un meraviglioso network di professionisti, Zirrafa, nato dalla mente di Claudia Bocelli, la cui metodologia si ispira, e ne è un’evoluzione, della teoria della Comunicazione Non Violenta (CNV) di Marshall B. Rosenberg.
La mia amica e compagna di Master, Anna Mandelli, siamo partner in crime di un percorso formativo sulla fioritura personale dedicato al mondo delle imprese. In collaborazione con artisti, studiosi, musicisti e psicologi presenteremo il rogramma il prossimo 24 gennaio in un contesto davvero unico. Sono felice di potermi muovere sempre più in contesti in cui la collaborazione prevale sulla competizione e la voglia di sperimentare sulla paura dell’errore.
“Operari sequitur esse”,
Affinché l’azione discenda dall’essere occorre cura e tempo: il tempo dell’attesa, della fioritura che porta meraviglia a ogni primavera, lo spazio vuoto che si fa tra due sguardi, quella sensazione di baratro, di radiosa bellezza, di silenzio, dell’ardere del ceppo che si illumina dissipandosi, l’onda che emerge e svanisce, il volo improvviso di uno stormo di uccelli che si fa ombra e luce nel cielo mentre guidi in autostrada. Quel tempo che non si può dire ma solo vivere.
Una canzone e una citazione
In “Susy”, la canzone con cui ho deciso di salutarti e che ti consiglio di ascoltare e riascoltare, Gio Evan scrive che “la pasta è come la vita, se non la giri sicuro si attacca”.
Ecco allora che riprendo in mano il cucchiaio di legno in attesa del 2025, anche perché se non ci penso io a girarla è lei che rigira me e lo fa, lo rifa continuamente. Mi tiene sveglio, smonta le mie certezze, mi srotola, mi comprime, mi espande, mi tortura, mi libera. E lo fa in modi spesso inattesi, come in questi giorni mi invita a fare delle scelte, anche difficili ma obbligatorie, scelte che stavo rimandando ma che ora mi urlano “E allora?, Che vuoi fare?”.
Dire di sì a qualcosa significa sempre dire di no a qualcos’altro e, anche se in certi momenti vorrei avere tante vite in simultanea per poter fare tutto e se sarei tentato di battere sentieri noti e sicuri, in realtà è tempo di seguire nuovi percorsi.
Nel 2024 mi sembra di aver fatto piccole cose ma un nuovo amico, Alex Cornea, mi ha insegnato che certe esperienze non sono né piccole, né cose.
A certe considerazioni a volte vorrei arrivarci gradualmente. Un po’ come quando vogliamo fare il bagno nell’acqua ghiacciata a un certo punto occorre prendere fiato e lasciare andare il corpo, continuare a respirare, urlare di freddo e di gioia. Che tu sia felice e libero come un bambino che scopre il mare.
Buon anno.
PS: ho anche aperto un nuovo account Instagram super professionalissimo e “The Squirrel Post”, il mio canale WhatsApp con aggiornamenti settimanali!