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Sconnessi Day: un dialogo su benessere e digitale

Sconnessi Day: un dialogo su benessere e digitale
#Idee #Eventi

Una chiacchierata con Monica Bormetti, in occasione di Sconnessi Day, è stata l’occasione per fornire alcuni stimoli per rivedere il proprio rapporto con il digitale: una riflessione che ha molto a che fare non solo con la mente ma anche con il corpo.

Sabato 22 febbraio abbiamo celebrato Sconnessi Day con una speciale diretta LinkedIn sul mio profilo. Insieme a Monica Bormetti abbiamo approfondito alcuni temi che legano il nostro benessere digitale con quello mentale, esplorando il delicato rapporto che tutti noi abbiamo oggi con la tecnologia.

Conosco Monica da ormai 7 anni ed è proprio a lei, psicologa e autrice del libro “Egophonia, gli smartphone tra noi e la vita” nonché speaker anche all’edizione 2020 di Digital Detox Design, che ho pensato per parlare di benessere digitale. Se fino a poco tempo la discussione su come usare lo smartphone era appannaggio di pochi esperti oggi è un tema attualissimo, di cui tanti parlano ma spesso in modo superficiale. Affinché sia di utilità occorre una certa preparazione sui meccanismi di base della psiche, e un’analisi precisa degli algoritmi che ci rendono poco o tanto dipendenti da app e social.

Parlare di dipendenza in modo generalizzato può sembrare eccessivo e, in effetti, occorre distinguere tra comportamenti più o meno sani e altri invece compulsivi. Quello che è indubbio è che la nostra relazione con il digitale in breve tempo è diventata molto intima, con conseguenze di cui spesso non siamo così consapevoli: ecco perchè è bene sfruttare occasioni come questa per riflettere su come trovare un equilibrio in questo mondo iperconnesso.

La diretta si disconnette

Iniziare una diretta sul tema della disconnessione non poteva che aprirsi con un ironico imprevisto: un problema tecnico mi ha improvvisamente espulso dalla piattaforma, lasciando Monica sola per qualche minuto.

Dopo questo un inizio inatteso, ma quanto mai significativo, abbiamo dedicato una riflessione ai confini digitali. Monica ha affermato con forza l’importanza di “dire di no a quell’ennesima mail ricevuta fuori orario, o alla tentazione di guardare Instagram sul divano quando sto già guardando un film” (proprio di crisi dell’attenzione e cambiamenti nelle nuove sceneggiature ne ho parlato la scorsa settimana in un articolo). Riconquistare spazi vitali per sé e per le relazioni reali che coltiviamo offline è fondamentale. Spesso infatti non ci rendiamo conto che dire di sì a qualcosa o a qualcuno implica dire di no a qualcos’altro o a qualcun altro.

sconnessi day

Da questo avvio ho pensato fosse importante proporre il concetto di “decluttering digitale“, spiegando che, così come “sistemiamo la nostra casa buttando via ciò che non serve più, dobbiamo fare lo stesso per la nostra vita digitale, liberandoci da email inutili e app superflue”. Ciò permette di fare pulizia, essere più organizzati e liberare i nostri hard disk ma soprattutto riprendere in mano il nostro tempo, che è poi la nostra vita, scegliendo consapevolmente ciò a cui vogliamo realmente dedicarci.

La livella dei social

Siamo poi passati a interrogarci sull’iperstimolazione emotiva provocata dai social media. Monica ha sottolineato come “il passare rapido da contenuti banali a quelli drammatici produce una disconnessione emotiva pericolosa”, mentre io ho aggiunto una riflessione sul fatto che “sui social tutto ha lo stesso peso visivo. Il gattino ritrovato, la guerra a Gaza e il festeggiamento del diploma del figlio occupano lo stesso spazio nella griglia grafica, il che può creare confusione e problemi nell’attribuzione di ciò che è rilevante e ciò che lo è meno.”

Questa superficialità rischia di anestetizzare la nostra empatia e di renderci sempre più incapaci di comprendere realmente il mondo, le nostre emozioni e quelle degli altri.

Tecnologia e ansia da performance

Monica ha spiegato che alcune tecnologie, come le app per monitorare il sonno, inizialmente pensate per aiutare il benessere, spesso si trasformano in nuove fonti di stress e ansia. Ho condiviso anche la mia esperienza personale: le app per il sonno non solo non mi aiutavano, ma remavano contro perché talvolta spronano ad adottare abitudini non realmente tarate sulla persona.

È importante ricordare che ognuno ha bisogni diversi e che non esistono regole magiche che risolvono i problemi. Specie quando si parla di salute occorre cautela, perché certe indicazioni necessitano di essere adattate ai singoli casi piuttosto che proiettarci verso modelli standardizzati e spesso irrealistici. Molto meglio allora inserire pause di riflessione nelle nostre giornate per trovare le nostre risposte ai problemi.

In tal senso Monica ha suggerito esercizi di auto-osservazione. Ad esempio può risultare utile fermarsi prima di sbloccare il telefono chiedendosi: “Perché lo sto facendo adesso? C’è qualcos’altro che potrei fare?”.

sconnessi day

È un approccio semplice ma efficace, che ci aiuta a rompere il circolo della compulsività e a riappropriarci della capacità di decidere consapevolmente come vogliamo impiegare il nostro tempo e la nostra energia.

Piccoli trucchi quotidiani

Se è vero che non esistono rimedi universalmente validi è altrettanto vero che possiamo dotarci di numerosi espedienti per riattivare la nostra consapevolezza. A proposito ho parlato di come la “busta digital detox” che ho prodotto e che uso per riporre il telefono durante eventi tech-free, possa esserci utile nel quotidiano per riscoprire il piacere di interazioni autentiche lontano da schermi e inserimenti password. È solo uno stratagemma tra i tanti che possono aiutarci a una certa disciplina mentale.

Essere gentili con se stessi

Abbiamo infine enfatizzato la necessità di essere gentili con sé stessi. Monica ha ribadito che “Oggi è quanto mai necessario coltivare uno stato di gentilezza nei nostri confronti, accettando con compassione e senza giudizio i propri limiti digitali.” Mi sono ricordato di una riflessione emersa durante il modulo di Compassion Cultivating Training a cui ho recentemente partecipato in cui è emerso come coltivare amorevolezza e compassione nei nostri confronti sia tutt’altro che scontato. Talvolta siamo così ipercritici verso noi stessi da diventare i nostri peggiori nemici.

Essere gentili con se stessi significa anche accettare che non sempre riusciremo a mantenere perfettamente i nostri propositi ed è proprio in quei momenti che occorre allargare lo sguardo e il cuore, essere più comprensivi e meno giudicanti verso noi stessi. Viceversa, anche il migliore dei percorsi di consapevolezza rischia di trasformarsi nell’ennesima causa di insoddisfazione e frustrazione. In breve: sì al digital detox ma non intossichiamoci di regole assurde.

Rallentare per vivere meglio

La diretta si è conclusa con un invito a rallentare, a vivere più lentamente e con maggiore presenza, a usare la tecnologia per migliorare la nostra vita. Non lasciamo che sia la tecnologia a controllarci ma che sia il nostro pensiero, la nostra visione e il nostro slancio etico.

Un messaggio semplice ma potente che abbiamo voluto trasmettere, invitando tutte e tutti a coltivare una rinnovata consapevolezza digitale per vivere esperienze in modo più autentico e appagante, riscoprendo la bellezza del presente, istante per istante.

Concludo ringraziando ancora Monica per essersi prestata con tutta la sua profonda conoscenza e professionalità dell’evento. È stato estremamente stimolante potermi confrontare con lei e spero di poter replicare nel prossimo futuro.

Per chi desidera a questo link è possibile rivedere la registrazione.

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