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Eventi Archivi - Alessio Conti, Digital Marketing & Communication Design

Fuorisalone 2023: anticipazioni verso il futuro

5vie fuorisalone 2023

Dopo anni di restrizioni, annullamenti ed “edizioni speciali” torna il primo Fuorisalone post-pandemico. E non sto nella pelle! Mi sto preparando a un nuovo tour tra mostre, installazioni ed esperienze per lasciarmi trasportare dall’energia di una settimana davvero speciale e che si preannuncia densissima di novità. Ecco alcune anticipazioni.

Se il Salone del Mobile rimane la più importante fiera internazionale del settore arredamento, il Fuorisalone è in assoluto il momento dell’anno che più attendo. 

A poco più di un mese di distanza sto già progettando i primi itinerari. Le aspettative per questa nuova edizione sono alte e mi attendo finalmente di rivivere le emozioni di una Milano Design Week che rilancia la sfida verso il futuro.

Riparto come appassionato visitatore e non come organizzatore quest’anno con tanta voglia di rimanere ancora una volta incantato e un po’ stordito dagli stimoli che solo il Fuorisalone sa regalare. Sarà inoltre l’occasione per riprendere tanti contatti, i compagni di viaggio di Digital Detox Design e Alkemia, il team di Czech Design Week e i miei amici designer.

In attesa delle prossime conferenze stampa e degli annunci da parte dei diversi brand ecco un primo articolo per iniziare a parlare di temi e di main events.

logo fuorisalone 2023

Design per un futuro possibile

Non c’è più il futuro di una volta, è vero. In compenso abbiamo molti futuri possibili. Non possiamo negare che il mondo sia radicalmente cambiato nelle dinamiche macro come in quelle più intime e private. Il Fuorisalone di quest’anno parte proprio da una presa di consapevolezza profonda per immaginare nuovi scenari.

Con “Laboratorio Futuro” intende promuovere un’occasione di dibattito per ripensare il presente in una prospettiva capace di generare nuove soluzioni attraverso il dialogo, confrontando opportunità, criticità e contraddizioni, in uno spazio di sperimentazione in cui anche gli errori costituiscono elementi di grande valore: in questa edizione emergerà la dimensione più peculiare della progettazione. Mi pare qualcosa molto in linea con quello che da anni anche come gruppo TEDxReggioEmilia perseguiamo portando idee da diffondere. 

Design sostenibile, circular economy, innovazione nei materiali, rigenerazione urbana e intelligenza artificiale: questi alcuni dei temi su cui Milano porrà attenzione durante la settimana, coinvolgendo in primis giovani studenti e studentesse con progetti in grado di intercettare le trasformazioni in corso nella società e di proporre visioni di un futuro ambizioso e credibile.

Un’edizione tra oracoli e Ispirazioni

In un presente incerto, dai confini talvolta foschi incapace di pensare al futuro con chiarezza, forse ci vorrebbe un oracolo, capace di rispondere a domande sull’ignoto per agire nel migliore dei modi.l Fuorisalone, tra serio e faceto, rende omaggio a questa figura al confine tra fede a analisi con un progetto di Studiolabo che ha realizzato un mazzo di 28 carte, illustrate da Serena Mazzi, prodotto in edizione limitata da Tiburtini

oracolo fuorisalone 2023

Le novità di quest’anno abbracciano sempre più l’idea di una vita onlife, in cui l’esperienza IRL e quella online continua senza soluzione di continuità. Per questa la nuova piattaforma si arricchisce di nuove sezioni e si presenta con una UX rinnovata, tra cui spicca la sezione Inspire, in cui in modo del tutto stocastico si lanciano dei dadi per fare spazio a immagini ad alto valore ispirazionale: moodboard sempre diverse per esplorare l’universo del design, lasciarsi coinvolgere e fare nuove scoperte.

Molte altre le Iniziative tra cui TRAME, un’installazione interattiva a cura di STARK e la seconda edizione dei Fuorisalone Award per celebrare il meglio del design premiando i contenuti e gli allestimenti presentati durante la settimana, grazie anche al supporto di sponsor come Hyundai Italia, glo™e Grand Seiko.

Costruire un percorso: distretti e progetti del Fuorisalone

Quando il design esce dagli spazi chiusi per avvolgere la quotidianità del pubblico è lì che torno a innamorarmi, ogni volta come se fosse la prima, di Milano. I diversi distretti che animeranno la settimana del Design più importante del mondo hanno tutti una storia da raccontare che quest’anno saprà intersecarsi con uno sguardo sul futuro.

Brera Design District non ha bisogno di presentazioni e conserva ancora un posto speciale nei miei ricordi. Living Experience, il primo evento concepito da Digital Detox Design, infatti nel 2019 (anno che pare ora incredibilmente lontano) trovava casa proprio nel suo centro in Via Solferino. Nel 2023 il distretto attiverà una riflessione sulle sfide della contemporaneità, dando spazio a progetti e pratiche in grado di innescare azioni di cambiamento. 

tortona district 2023
Tortona District 2023

Anche il Distretto Tortona si farà portavoce dei temi di attualità con l’obiettivo di rispondere alle sfide del domani. In una veste inedita torna a raccontare le diverse realtà attraverso alcuni dei progetti che da sempre hanno saputo attirare la mia attenzione. Base Milano presenterà qui la terza edizione di “We Will Design”, progetto capace di promuovere un design accessibile a livello economico e frutto dell’intersezione tra diverse età, abilità, generi e culture. Anche Superdesign Show al Superstudio Più fa parte dei percorsi che non ho intenzione di perdermi. Con INSPIRATION INNOVATION IMAGINATION proporrà oggetti inattesi, materiali innovativi, arredi di tendenza, sostenibilità in e out, interazioni con l’arte, talk e visioni delle grandi scuole di design internazionali.

Base Milano 2023

Per quest’edizione Milano Durini Design rafforza ufficialmente il brand Milano Design District, un concept district Design allargato a tutte le aziende di valore presenti in centro città proponendo la “Metamorfosi Urbana” come filo rosso del suo progetto condiviso.

Invece 5VIE affronterà il tema del Fuorisalone “Design for Good”, un invito a guardare al design come strumento per creare e coltivare connessioni umane profonde, nell’ottica di una sostenibilità radicata nella reciproca cura. Isola Design District porterà in campo la settima edizione di Isola Design Festival con un programma che prevede sei mostre collettive concentrate su arredi circolari, rigenerativi, design da collezione, nuovo artigianato, tech e benessere.

Artemest Preview 2023

Altri percorsi che vorrò assolutamente visitare sono Alcova e Design Variations. Il primo, uno degli spazi più suggestivi dell’anno scorso,  giunge alla sua quinta edizione svelando gli spazi inediti e monumentali dell’Ex-Macello di Porta Vittoria ospitando oltre 70 progetti per esplorare direzioni diverse e complementari del design contemporaneo. Il secondo, curato da Mascapartners, presenterà tra i vari progetti “REFORMING FUTURE”, mostra antologica dei progetti del corso magistrale di Michele De Lucchi con Andrea Branzi del Politecnico di Milano. Infine all’Institut français Milano avrò il piacere di esplorare la prima mostra personale in Italia della designer francese Constance Guisset. 

Design Variations 2023

Un percorso per menti creative

Quest’anno non parto da solo nella mia esplorazione. Con me ci sarà infatti il team di InputIdea con cui sosteniamo il mondo del design attraverso un approccio concreto e orientato alla valorizzazione del prodotto e del saper fare, che altro non è che pensiero che diviene materia vivente.

Intelligenza artificiale: quali opportunità?

Possiamo affermare con certezza che l’intelligenza artificiale sia l’occasione del secolo? Come impatterà nel futuro? Davvero il suo potenziale creativo supererà quello di persone in carne e ossa? Le IA ci permettono di capire meglio la natura umana? Com’è possibile regolamentare gli ambiti applicativi di una tecnologia così inserita all’interno della nostra privata e lavorativa?

Venerdì 14 ottobre Club Digitale – Unindustria ha organizzato presso il Tecnopolo di Reggio Emilia un evento in cui si è cercato di rispondere a queste domande su intelligenza artificiale e rapporto con l’innovazione.

Il gruppo di Unindustria promuove e costituisce un luogo di incontro per le imprese dedicato al confronto riguardo ai temi più attuali della Digital transformation. A quest’evento in particolare gli interventi dei relatori hanno riguardato l’intelligenza artificiale. Stefano Quintarelli, Luciano Floridi e Marta Bertolaso hanno offerto spunti apportando contributi di valore nella riflessione-tema dell’iniziativa: può l’AI rappresentare l’occasione del secolo?

Stefano Quintarelli: dati condivisi, garanzie e regolamentazioni

Stefano Quintarelli, imprenditore informatico e Deputato nel nostro Parlamento dal 2013 al 2018, è noto a tutti. A lui si deve la proposta, l’ideazione e lo sviluppo di due tecnologie che fanno parte della nostra quotidianità: lo SPID (sistema pubblico di identità digitale) e l’app IO.

La sua riflessione parte dall’osservare che la grande mole di dati che produciamo ogni giorno e che costituiscono la base per lo sviluppo delle IA sta subendo una prima trasformazione. Nei processi di implementazione di questa tecnologia è la qualità del dato, più che la quantità, a fare la differenza, anche se al momento molte realtà non sono pronte in tal senso. Saper gestire in modo corretto i dati rappresenta per le imprese un modo per arrivare pronte a future evoluzioni tecniche. “Il dato di cui non so cosa farmene oggi può essere il mio strumento più utile domani”. 

Quintarelli ha inoltre evidenziato l’importanza dell’interconnessione tra realtà appartenenti a una stessa filiera per poter ottimizzare e rafforzare la qualità dei dati attraverso la loro condivisione. In questi termini realtà aziendali che utilizzano nuove tecnologie come Blockchain e NFTs per facilitare le relazioni delle supply chain possono risultare la chiave anche per il potenziamento delle IA aziendali. Si tratta di temi che già mi capita di affrontare grazie alla collaborazione con Surge. In un prossimo futuro immagino possano svilupparsi, sulla stregua delle sperimentazioni già in atto per alcune industry, dei veri e propri distretti industriali digitali in cui reti di aziende condividono dati e analisi per potenziare l’intera catena di approvvigionamento, produzione e distribuzione. 

Parlare di IA e dati condivisi rende necessario riflettere anche sui concetti di garanzia e sicurezza. Quintarelli offre come esempio proprio lo SPID e la scelta di renderlo un sistema federato che coinvolge lo Stato e realtà private, diventando così controllori reciproci in materia dei dati dei cittadini. A mio avviso questa scelta di porre società esterne come Identity provider, se da un lato garantisce la sicurezza nei confronti dei cambi di governo, può comunque aprire a altri rischi che è necessario prendere in esame. Certo è che il diritto attuale fondato sulla tripartizione dei poteri, appare insufficiente nell’offrire soluzioni di governance adeguate alle tecnologie contemporanee e alle sfide che portano inevitabilmente con la loro implementazione.

semaforo

Sempre in merito all’Intelligenza Artificiale, Quintarelli osserva come sia importante ragionare sui confini etici di questa tecnologia. Chi intende approfondire può leggersi questo articolo apparso sul BioLaw Journal – Rivista di BioDiritto, n. 3/2019, in cui vengono stilati princìpi, obblighi, diritti e raccomandazioni riguardo la gestione di una tecnologia sempre più presente nella nostra vita di tutti i giorni. Quintarelli è tra i firmatari del manifesto transatlantico contro le minacce dell’IA, redatto insieme ad altri 17 studiosi di tutto il mondo e presentato il 22 ottobre scorso a Roma, in cui si invitano Europa e Stati Uniti a prendere in considerazione le indicazioni offerte “perché, se da un lato l’innovazione tecnologia può rappresentare un motore di crescita economica e sociale, dall’altro può veicolare danni e conseguenze negative per tutta la società”.

Secondo Quintarelli l’IA non è l’occasione del secolo, ma non utilizzarla significherebbe commettere un errore. Ha ricordato come vi sia la tendenza a sovrastimare gli effetti a breve termine e a sottostimare quelli sul lungo periodo. Questo vale per le nostre scelte individuali, nel modo in cui facciamo fronte ai cambiamenti e anche per quanto concerne la percezione dello sviluppo tecnologico. Il rischio reale è che potremmo svegliarci troppo tardi chiedendoci perché non siamo intervenuti prima per regolare il nostro rapporto con l’intelligenza artificiale. 

In tal senso mi pare facciano eco le parole di Massimo Chiriatti in “Incoscienza Artificiale” quando paragona l’algoritmo a un nuovo alchimista.

“Gli algoritmi analizzano le relazioni nei dati – non i valori o il significato che rappresentano. Perciò l’algoritmo non “predice” e non “pensa”, ma si limita a costruire modelli seguendo le nostre orme. […] l’algoritmo è un meccanismo produttivo che usa i nostri dati come materia prima: scova le correlazioni ed estrae le regole. L’IA è quindi una creatrice di regole, seguendo le quali costruisce una sua rappresentazione del mondo. Ma lo fa in modo irresponsabile.”

Luciano Floridi: occasioni che vanno capite

Filosofo, è professore ordinario all’Oxford Internet Institute dell’Università di Oxford e presso il dipartimento di Sociologia della comunicazione dell’Università di Bologna. Il 12 ottobre scorso è stato insignito per decreto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito” della Repubblica Italiana, la più alta e prestigiosa onorificenza italiana per coloro che si sono particolarmente distinti nei campi della letteratura, delle arti, dell’economia, del servizio pubblico e delle attività sociali, filantropiche e umanitarie.

Di lui avevo già parlato in questo articolo, quando lo incontrai per la prima volta al Wired Next Fest a Firenze e, nei miei corsi, faccio spesso riferimento ad alcuni suoi concetti. Si tratta di un autore che stimo molto.

Il ragionamento di Floridi parte da una domanda: cos’è l’intelligenza?

Chiedendo a dieci persone diverse probabilmente otterremmo dieci definizioni differenti, tutte corrette ed errate a modo loro. Anche in letteratura scientifica esistono centinaia di definizioni di questo stesso concetto perché di intelligenza se ne può parlare solo al plurale. Ci sono varie classificazioni in base alla tipologia e natura di questa facoltà. per quanto concerne l’intelligenza per così dire, naturale, biologica, organica si parla dunque di intelligenza emotiva, funzionale, matematica, creativa, musicale, etc.

E quando parliamo di intelligenza artificiale cosa intendiamo?

Giungendo a parlare di artificialità legata al concetto di intelligenza si possono identificare due principali tradizioni: una di tipo ingegneristico e l’altra legata alle scienze cognitive. Da un lato abbiamo una scienza che studia l’intelligenza per far si che risolva problemi specifici, dall’altra un tentativo di riprodurre una forma di intelletto umano nella sua intera complessità. Negli anni abbiamo raggiunto grandi traguardi nel campo del problem solving tramite IA, mentre a livello di intelligenze fluida e riproduttiva permangono enormi difficoltà (sarebbe infatti già un grosso risultato riuscire a riprodurre quella di un roditore). Se tuttavia fino a pochi anni fa il consiglio sarebbe stato quello di desistere dal tentativo di applicare l’intelligenza artificiale ad ambiti in cui occorre operare delle scelte non di tipo binario o logico, negli ultimi tempi qualcosa è cambiato. La potenza di calcolo, notevolmente aumentata in meno di un decennio e i dati acquisiti a livello mondiale aprono infatti a scenari inediti, anche in campo imprenditoriale.

Siamo ora di fronte al passaggio di paradigma tra un tipo di Intelligenza artificiale di tipo simbolico (secondo Se>Allora) a una di organico. La rete oggi può infatti contare sull’analisi di un’immensa quantità di dati prodotta dagli utenti del web per proporre previsioni, statistiche, testi, immagini, suoni e molto altro ancora. Lo stesso Floridi evidenzia come l’intera produzione umana, dall’origine della nostra specie fino al 2005, possa essere quantificata in circa 1 o 2 Zettabyte, mentre negli ultimi vent’anni sono stati prodotti dati nell’ordine dei 170 e con una crescita esponenziale (non a caso si parla di Zettabyte Era).

infografica contenuti web al minuto DOMO
Infografica DOMO 2022

A proposito di questa quantificazione, personalmente, nutro seri dubbi. Ho parlato spesso di questi argomenti ma un punto continua a sfuggirmi. Le informazioni non hanno solo un peso, ma anche uno spazio, un tempo, un potere diverso. Quanti MB farebbe la “Guernica”? O la stele di Rosetta? Non stiamo parlando di hard disk o di un router.

Brutalizzare il sapere umano riducendolo a una successione di 0 e 1, a mio avviso significherebbe ridurre la conoscenza alla sua codificazione digitale trascurando la profondità e il suo impatto nel tempo. Credo si debba aggiungere qualche considerazione per evitare scivoloni a mio avviso fuorvianti che potrebbero condurre a un uso un po’ approssimativo del termine “Zettabyte”. Sarebbe come pensare al Rinascimento in termini di metri quadri di affreschi. Possiamo dire certo che in quel periodo a Firenze sono stati dipinti più muri e volte di qualsiasi altro periodo storico ma sarebbe un po’ limitante fermarsi a questa osservazione.

È innegabile che dal punto di vista informativo, l’essere umano stia conoscendo una stagione mai vista precedentemente. Per fare questo però non è necessario scomodare il numero di parole scritte nei codici miniati da un abate del XI° secolo ma è sufficiente far riferimento all’informatica da Turing in poi. Oggi il numero di dati processati, la potenza di calcolo di sistemi informatici e delle reti cosiddette neurali, la qualità e possibilità di connessione tra utenti e device contraddistinguono un mondo in continua accelerazione e di intenso scambio di informazioni.

In uno scenario del genere l’IA, nelle due tradizioni ben descritte da Floridi, si sta evolvendo velocemente: abbiamo tutte le carte in regola, potenza di calcolo e quantità di dati, perché deep learning e machine learning possano attingere a database potenzialmente infiniti.

Tuttavia resto diffidente nei confronti del pensiero di un ente che non conosce o sperimenta la morte, che non ha un corpo, che non conosce il dolore, l’esperienza dell’esistenza (come mi pare abbia problematizzato Byung-chul Han): un’esasperazione del dualismo cartesiano in cui corpo e anima sono scisse per natura (artificiale), il “cogito” nella sua peggior forma. Ne deriverebbe che il bene, per una macchina, sarà un bene molto diverso da quello ritenuto tale da un essere umano. 

Ancora una volta Chiriatti, in un’intervista a Pandora rivista, riprendendo la descrizione dei nostri processi cognitivi secondo Daniel Kahneman, ricorda come al Sistema 1, che funziona automaticamente e rapidamente, e al Sistema 2 che invece svolge attività mentali più impegnative, che richiedono un approfondimento e sforzo cognitivo si sia aggiunto il Sistema 0, chiamato Iasima, che ci aiuta nel prendere decisioni. Iasima è l’intelligenza artificiale esterna al nostro corpo che osserva tutti i nostri atti: li cattura sotto forma di dati che elabora e filtra. Iasima “apprende” ma il termine “apprendimento” rischia di confonderci se pensiamo erroneamente che un mucchio di silicio e bit abbia le nostre stesse caratteristiche. Il Sistema 0 è solo una simulazione del ragionamento umano: le sue non sono “decisioni” vere e proprie.

Nessuno intende negare i benefici che informatica e automazione apportano all’umanità, ma non possiamo certo trascurare anche i possibili effetti nefasti di queste innovazioni, pena la riproposizione 2.0 di un pensiero neopositivista che ritengo abbia già fatto abbastanza danni. Sappiamo, per esperienza ormai tristemente consolidata, che ogni tecnologia è sfruttata quasi sempre e anzitutto per fini militari e poi commerciali, ben di rado a scopi umanitari. Quindi credo che qualche dubbio debba sorgere anche nelle menti più illuminate rispetto all’esaltazione dell’Intelligenza artificiale.

Lasciamo fare alle macchine quello che le macchine sanno fare bene. Archiviare, prevedere eventi pleromatici, forse anche parcheggiare un’automobile ma il creaturale, per utilizzare terminologia di Bateson lasciamolo all’essere umano.

Marta Bertolaso: riflessioni sulla dimensione umana

Marta Bertolaso è docente di Filosofia della Scienza presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie per l’Uomo e l’Ambiente e Responsabile della Unità di Ricerca di Filosofia della Scienze e dello Sviluppo Umano dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. Mi ha colpito da subito il suo approccio nel rispondere alla domanda dell’incontro. 

L’Intelligenza Artificiale è un’opportunità per cosa? Un’opportunità per chi? 

Non siamo macchine e nemmeno dati. Siamo noi a guidare le IA, costituendo un mezzo per esplorare nuove dimensioni indagando infinite correlazioni tra fattori diversi e lontani, ma poi ne subiamo le conseguenze.

Quanto le macchine stanno cambiando i nostri codici sociali?

La doppia spunta blu di Whatsapp rappresenta per esempio una novità nella comunicazione umana. Sappiamo che il ricevente ha letto il messaggio ma ancora non ci ha risposto. Si potrebbe obiettare che anche una raccomandata con ricevuta di ritorno sortisca lo stesso effetto, ma credo sia inutile evidenziare come il fattore tempo giochi un ruolo in tutto ciò,  tempo che è informativo. Rispondere dopo 5 minuti o dopo 5 giorni è un fatto comunicativo. 

Si chiede inoltre perché permanga un generale stato di ansia, per cui risulta necessario indagare e comprendere nuovamente l’umano che abita gli spazi digitali.

Da qui la proposta di un nuovo modello di impresa e di management. Una leadership generativa, non direttiva e non gerarchica (inefficiente in un contesto VUCA) capace di “tenere i bordi”, prendersi cura degli spazi semanticamente rilevanti all’interno di organizzazioni in un cui non conta la funzione specifica ma la relazione che si costruisce. Una leadership in grado di nutrire un ambiente sano, per uscire dalla paure (del capo, del licenziamento, della pandemia) che ci costringono in schiavitù e liberare il nostro potenziale, le nostra unicità per portare vera innovazione e benessere per sé e per la società. Questo risponde anche alle esigenze emerse nel dopo pandemia quali quiet quitting e great resignation.

Osserva inoltre come la possibilità di prendersi cura di sé, ricercando una propria dimensione anche attraverso il silenzio, sia un fattore essenzialmente umano. Infatti anche in una pausa, un momento di relax e distacco da tutto, l’essere umano sta continuando a ricevere costantemente informazioni, da sé, lo spazio che lo circonda, il proprio corpo e la propria interiorità. Per la macchina invece il silenzio equivale a non esistere, mancanza di input. Un silenzio in una sinfonia è significativo, può creare angoscia, preparare a un crescendo, a un esplosione, ingannarci. Per una macchina una pausa è nulla, solo una serie di zeri nel tempo, mancanza di segnale registrabile. Senza silenzio ci troviamo invece in un horror vacui informativo, che provoca sovraccarico ma non aumento dell’informazione, (motivo per cui da anni mi occupo di digital wellness e di digital detox design). 

“Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?” Così si interrogava Joseph Conrad, l’autore di “Cuore di Tenebra”, il romanzo che ispirò a Francis Ford Coppola il film Apocalipse Now. 

clessidra

Le pause sono tempo di qualità

Bertolaso ha ricordato come in greco antico l’idea tempo potesse essere espresso secondo due accezioni, Kronos il tempo degli Dei, del Dio che divora i suoi figli, quello eterno e per questo privo di senso, urgenza (quello delle macchine) e Kairòs, quello dell’uomo, il tempo finito, quello delle scelte, caratterizzato dalla capacità di cogliere le opportunità del momento, dalla consapevolezza della fine.

“Cerco l’uomo”, rispondeva il povero filosofo che fece scansare l’eroico Alessandro Magno perché gli faceva ombra. Ed è forse tempo, proprio interrogandoci sull’uso dell’intelligenza artificiale, di ritrovare prima un essere che si affranchi all’idea di performance funzionale, il cui valore è dato unicamente da quanto fa, produce, pensa e comunica. Prima di pensare a un futuro co-progettato dall’interazione uomo-macchina occorre forse cercare di evolverci consapevolmente per essere grado di guidare questa rivoluzione.

Digital Divide e Cittadinanza Digitale

digital divide mani aggrapate a una rete di divisione

Il mondo digitale dispiega opportunità incredibili, facilita i processi e gli scambi di informazioni, rimodella la nostra dimensione di vita arricchendola di stimoli, abbattendo barriere. Tutto questo però non certo in modo uniforme e ugualitario. Parleremo di digital divide alla prima edizione della “European Digital Citizenship Day” di cui Social Warning ne è capofila.

Mentre una parte della popolazione padroneggia pienamente gli strumenti, una buona fetta è esclusa da tutto ciò. Con gravi ricadute in termini sociali ed economici.

Siamo davvero pronti a un’Era totalmente digitalizzata? Sarebbe auspicabile uno scenario di questo tipo? Abbiamo il giusto grado di conoscenze e consapevolezza perché questo si realizzi? La risposta per molte realtà è no. Il digital divide è un fenomeno ancora troppo presente.

A livello mondiale le disparità sono incommensurabili. Pensiamo banalmente all’accesso all’istruzione e alle reti, senza tener conto delle limitazioni imposte dai diversi regimi. Anche gli algoritmi in realtà nascondono insidie spesso mascherate da termini come “ottimizzazione dell’esperienza utente” che in realtà propongono e ripropongono post orientati a modificare le nostre emozioni, i nostri desideri e le nostre pulsioni. 

Pensiamo alle difficoltà derivanti banalmente dall’età o dal livello di istruzione, dalle competenze tecniche e dalle capacità cognitive. Pensiamo solo a quanto accade in Italia.

In buona parte del “fu” BelPaese non c’è segnale, manca la fibra ottica e non è raro ancora vedere rabdomanti digitali alla ricerca almeno di un 3G.

In un mondo in cui anche per fare un documento all’anagrafe è necessario registrarsi e accedere con SPID, come intendiamo gestire queste problematiche? Come possiamo assicurare l’accesso democratico all’informazione? Se è necessario garantire la digitalizzazione è altrettanto importante garantire modalità off-line, analogiche di accesso alle informazioni. E ancora: a quali informazioni accediamo davvero? Se Google diviene il principale mezzo di ricerca otterremo sempre gli stessi esiti. Un sapere apparentemente infinito che si riduce ai risultati della prima pagina di Big G. Un po’ triste vero?

Il tema del digital divide è spesso associato alla presenza/assenza di supporti tecnologici ma  come stiamo notando il problema è ben più complesso e ci invita a una riflessione più attenta. Partiamo da alcuni spunti molto concreti.

Il punto sulla nostra situazione sul digital divide

Spesso, lavorando quotidianamente con strumenti digitali, pensiamo di essere in grado di raggiungere chiunque, sempre e in qualunque parte del mondo. Questo perché estendiamo le nostre possibilità, date dal nostro contesto di appartenenza, a tutti gli altri.

Ma dati alla mano la realtà dei fatti è un altra. 

Limitando la nostra attenzione al territorio italiano possiamo scoprire che, secondo uno degli ultimi rapporti Auditel-Censis, nove milioni di famiglie vivono in condizioni di totale o parziale esclusione dalla partecipazione digitale.

Gli scenari poi sono i più vari: da chi non ha accesso continuo alla rete a chi ha una bassa qualità di connessione, a chi riesce ad accedere solo tramite smartphone fino a chi è totalmente escluso.

Possiamo soltanto immaginare la gravità dell’impatto a livello sociale di situazioni così critiche specie durante il lockdown. Infatti se le misure intraprese hanno limitato la diffusione dell’infezione da Sars-Covid-2 dall’altro hanno evidenziato le gravi carenze infrastrutturali del nostro Paese. Il digital divide, come raccontato fin qui potrebbe sembrare solo una questione di strumenti e tecnologie, ma con questo termine si vuole indicare anche il gap al livello di conoscenze legate al mondo digitale.

digital divide folla che cammina per strada

Conoscenza sulla (dis)connessione digitale

Sviluppare una consapevolezza digitale implica prendere atto di queste situazioni. Limitare lo sguardo ai benefici e problemi causati della connessione, pur analizzando pro e contro, non ci restituisce comunque una visione di insieme sull’argomento. 

Proprio come nella letteratura positivista, in cui il focus è sulla portata innovativa di nuove tecniche e sviluppo sociale, anche oggi si costruisce una narrazione in cui il progresso tecnologico ci salva. Ma è davvero così?

Si possono conoscere tutti i migliori modi per sfruttare il mondo digitale a nostro vantaggio, aiutandoci nella vita quotidiana e sul lavoro ma possiamo essere coscienti anche di come Web e social possono diventare una gabbia.

Come ci insegna Verga, è necessario rivolgere lo sguardo ai grandi esclusi dalla strada del progresso. Questi vinti che non avevano già gli strumenti per lottare e che ora si trovano a confrontarsi con un mondo accelerato e complesso in cui le nostre capacità di comprensione dei fenomeni e di adattamento sono perennemente sotto stress. 

Io personalmente ho vissuto un’esperienza la scorsa estate che mi ha aperto gli occhi. Ho conosciuto un ragazzo di vent’anni italiano che parlava solo il suo dialetto locale e che sentendomi parlare in italiano e con un accento emiliano insisteva sul fatto che io fossi straniero. Pochi minuti prima stavo parlando di applicazioni su base blockchain e di futuro digitale mentre un’ora dopo mi trovavo al tavolo con turisti americani e australiani parlando in inglese. 

Lì ho capito che ci sono mondi che nemmeno si sfiorano, non si possono compenetrare e che i codici sono talmente diversi da rendere impossibile una comunicazione verbale. Ho anche capito quanto sia ignorante io, quante cose avrei da imparare da quel ragazzo che vive in una dimensione a me estranea e non lo dico da romantico nostalgico o rapito dal mito del selvaggio. Davvero mi parlava di un mondo a me sconosciuto, di pratiche di gioco, passatempi e silenzi che io non conosco, né potei mai conoscere in quei termini. I filtri ormai sono troppi e le associazioni al neorealismo o alle interviste di Pasolini nell’Italia degli anni ’60 sono state immediate. Il digital divide non è una discussione filosofica, è qualcosa che scava profonde ferite nella società. 

Ammettiamo questo esempio. Vivo in un piccolo borgo di montagna con pochi negozi. Se ho accesso alla rete e so utilizzare marketplace e pagamenti digitali posso trovare qualsiasi bene materiale o servizi anche di alta qualità e a costi inferiori. Viceversa dovrò accontentarmi della ridotta offerta commerciale in loco. In realtà i costi non sono solo economici e le ricadute a livello più ampio sono diversi per cui ci potremmo, e dovremmo interrogare, maggiormente su quello che accade nel momento in cui le attività di paese chiudono, o sul perché queste enormi Società quali Apple, Amazon e Google riescano ad approfittare di agevolazioni fiscali surreali (come spiegato bene da Riccardo Staglianò in “Gigacapitalisti”) mentre il bottegaio debba confrontarsi con aliquote a volte demotivanti.

Per ora ci soffermiamo sugli aspetti legati al primo livello, quello legato alla reiterazione e al rafforzamento delle disparità, per il semplice fatto di essere o non essere digitali.

Infatti il digital divide non è solo una causa dell’esclusione sociale: è anche un sintomo che si sviluppa da mancanze pregresse alle quali poi si aggiunge, andando a creare un ciclo vizioso dal quale diviene sempre più difficile tirarsi fuori.

digital divide rocce in equilibrio

Possiamo essere tutti cittadini europei digitali?

Questa è una domanda da porsi in vista del 22 Ottobre, Giornata Europea della Cittadinanza Digitale. In base a quanto osservato poco sopra, possiamo esserlo se chiudiamo gli occhi e tappiamo le orecchie, in modo da non vedere e ascoltare chi si trova in grave difficoltà, in un mondo che gli chiede di essere digitale, ma senza dare strumenti per esserlo. Non serve andare lontano. Abbiamo quasi tutti in famiglia una persona anziana o poco digitalizzata che ci chiede un aiuto con lo SPID o per accedere a un servizio online.

È evidente quindi che la risposta non può limitarsi a fornire buone connessioni e device per accedere alla rete. 

Se forniamo a un falegname e a un social media manager una sega elettrica, chi troveremo più facilmente al pronto soccorso, magari senza un dito? Esatto. Uno strumento potente in mano a persone che non hanno le corrette informazioni per utilizzarlo per rivelarsi un’arma con cui si può e ci si può fare del male. Quindi da dove partire per formare cittadini digitali, se non dall’insegnamento?

Comunicare il futuro con Movimento etico digitale 

Proprio dell’istruzione all’utilizzo degli strumenti digitali si occupa il Movimento etico digitale. Davide Dal Maso, ideatore del movimento, sui banchi di scuola ha preso consapevolezza dell’inefficienza delle lezioni legate alla sensibilizzazione al mondo digitale molto spesso impartite da figure lontane anni luce dalla realtà più attuale, non in grado di rispondere alle vere necessità di studenti nativi digitali, che riducono il tema del web alla pedopornografia o al cyberbullismo, problemi gravissimi ma grazie al cielo residuali rispetto ad altri ben più diffusi e spesso difficili da cogliere nella loro complessità.

Come riconoscere fonti affidabili di informazione? Come mantenere la propria privacy e rispettare quella degli altri in una realtà fondata sulla condivisione? Perché i social polarizzano le opinioni rendendoci meno sensibili alla diversità? Questi sono alcune questioni che hanno bisogno di essere approfondite. 

Dal Maso, e con lui tutto il movimento di cui anche io faccio parte, ha deciso di promuovere un insegnamento che coinvolge coetanei e professionisti del web per offrire risposte mirate alle diverse esigenze in continua evoluzione di studenti e anche genitori. Un dialogo, più che una lezione, tra giovani, dove ognuno mette a disposizione degli altri le proprie conoscenze e si rende anche disponibile a rivederle. 

Parlare dei rischi (senza creare timori o allarmismi) e delle potenzialità (aprendo a nuove prospettive) del Web è possibile. Nei miei corsi sul Digital Detox e benessere digitale non invito mai a prendersi un mese di ferie in completo isolamento nella natura selvaggia. Questo perché non è più in linea con il mondo che viviamo oggi, che ci richiede, per lavoro e vita privata, un certo grado di connessione. Allontanarsi completamente dalla quotidianità non è la risposta per cambiare le proprie abitudini, anche quelle digitali. Può essere utile, è vero, un momento di disintossicazione ma poi è importante implementare buone abitudini nella propria vita quotidiana, un po’ come per chi deve perdere peso o fare più attività fisica. A poco basterà una settimana di privazioni mentre l’adozione di comportamenti virtuosi nel quotidiano ci permettono di raggiungere risultati migliori e più duraturi, e di concederci ogni tanto anche una fetta di torta o un giorno di dolce far niente. Il primo passo è quindi riconoscere la necessità di un cambiamento e poi capire come attuarlo. 

Di questo parleremo il prossimo 22 ottobre Milano, un evento dal vivo promosso dal Movimento Etico Digitale proprio per riflettere sul rapporto tra educazione e cittadinanza digitale, guardando al futuro dell’istruzione in un mondo in continua evoluzione, per riflettere insieme su come stimolare il dialogo tra generazioni e sulle nuove responsabilità portate dall’abitare online.

Fuorisalone 2022: ritornare a casa

ALCOVA - Unique Client - UMPRUM

Milano Design Week ha visto un’edizione 2022 davvero speciale. Nonostante i timori e la congiuntura internazionale che ha visto l’esclusione dal Salone del Mobile e dal Fuorisalone di aziende e visitatori di alcune aree del mondo, si può a tutti gli effetti parlare di un evento dei record con una partecipazione enorme e non poche novità.

Erano passati due anni dalla mia ultima Design Week. Nel 2020 sappiamo tutti com’è andata, mentre nel 2021 pur con un tentativo di ripartenza, le restrizioni erano ancora troppo dure per proporre un’esperienza completa e sensorialmente coinvolgente. Per questo il progetto Alkemia di Digital Detox Design è rimasto in sospeso (ma non per questo senza evoluzioni di cui spero presto di potervi parlare!).

Quest’anno ho vissuto un Fuorisalone da turista! Ho avuto l’occasione di fare visita ad amici e compagni di viaggio del mondo del design, impegnati nella presentazione dei risultati dei loro ultimi studi creativi, molti dei quali per l’iniziativa di FUORISERIE. Ho avuto il piacere di ritrovarmi con Gloria Gianatti e Alessandro Mattia di Sapiens Design, Andrea Fabiana Tosi negli spazi di Cement Design, con la stylist Laura Arduin, ritrovare  Fernando Correa Granados e vivere l’esperienza di WAW (che ho visto agli arbori), incrociare storie e talenti, oltre ovviamente fare nuove conoscenze.

Fuorisalone 2022: ritornare a casa Laura Arduin
Con la stylist Laura Arduin

Raccontare in breve cosa si è visto, sentito, provato a un evento delle dimensioni del Fuorisalone è praticamente impossibile per chi ama il design. Mille sono gli stimoli e i pensieri che le installazioni riescono ad accendere. Ecco una breve e incompleta selezione di ciò che più mi ha colpito. Ecco cosa mi ha fatto pensare “Sono tornato a casa”.

ALCOVA

Partiamo con l’evento che è riuscito maggiormente a catturarmi e accompagnarmi in un percorso esperienziale unico: Alcova. Questo luogo sospeso tra passato e futuro, in cui la vegetazione naturale si riappropria dei propri spazi ta palazzo abbandonati e strade costellate di buche, ha ripreso esistenza ospitando i suoi design tra le mura del Centro Ospedaliero Militare di Baggio. La struttura militare ha conosciuto una nuova vita attraverso un evento che ha esplorato le intersezioni tra i diversi settori del design. Contando su designer affermati e nuovi talenti è stato possibile intraprendere un percorso tra tecnologia, materia, produzione sostenibile e pratiche sociali alternative. 

E/SPACE

Non posso che iniziare citando il lavoro dei Imma Matera e Tommaso Lucarini di TIPstudio in collaborazione con Studio F al primo piano della nuova ala E/SPACE del complesso. Ho potuto conoscere personalmente questi due designer grazie a Gloria e Alessandro di Sapiens Design, entrando così più a fondo nelle loro riflessioni. La loro collezione “Disrupted Stability” si pone come una concretizzazione dei pensieri sul rapporto in continuo deterioramento tra uomo e natura. Questa relazione viene a prendere forma attraverso il legno, materiale naturale per eccellenza, e le sue lacerazioni e bruciature, frutto della violenza umana. Incorniciati da un ambiente che ricalca gli scenari post-apocalittici, accendono una riflessione sull’azione umana sullo spazio e il tempo degli oggetti. Il legno di frassino, ricavato da alberi di recuperati caduti per cause naturali, si alterna tra la sua solidità e fragilità causata da superfici corrose, strappate e bruciate.

Fuorisalone 2022: ritornare a casa TIPstudio
TIP studio e Sapiens Design

Nella stessa location il mio sguardo è stato catturato dalle forme semplici e profonde di “Teno: Sound in a New Light“, di Lumio. L’azienda produce oggetti capaci di far dialogare ultime tecnologie e con la tradizione dell’artigianato. Con Teno, un altoparlante e luce invisibile, hanno voluto stimolare più sensi possibili: tatto, vista, udito, incanalando il tutto in una scultura “rotta”. Infatti questo oggetto, realizzato dal designer Max Gunawan si ispira all’arte giapponese del kintsugi, riparando oggetti attraverso l’utilizzo dell’oro. Questo conferisce all’oggetto un valore aggiunto, nato a partire dall’imperfezione e la cicatrice. 

Teno by Lumio

Continuando con il progetto di Elisa Uberti, “Poetic Jungle”, si entra in un microcosmo particolare, lontano dalla standardizzazione con molteplici ispirazioni minerali e organiche. Il suo lavoro è una ricerca di volumi e forme emozionali.Giunta al design dei prodotti tramite l’amore per oggetti raffinati e senza tempo è chiara la sua sensibilità per la bellezza della ceramica e dell’artigianato. Propone così un equilibrio tra vincoli tecnici e libertà e spontaneità del gesto. 

Arrivando all’attico di questa nuova area infine si è potuto assistere a un attenzione particolare per i materiali tessili, un’ area dall’atmosfera intima dove musica, colori, texture e profumi interagivano regalando un’esperienza unica capace di ricordarmi molto il mood della stanza Nigredo del progetto Alkemia realizzato presso Adiacenze a Bologna Design Week 2019.

Fuorisalone 2022: ritornare a casa
Attico area E/SPACE

Ethical Fashion Initiative ha proposto “The Kârvân Journey” presentando nuovi talenti dell’Asia centrale sotto il patrocinio di due acclamati designer Cheick Diallo e Sam Baron. Questi designer hanno esposto accanto a un gruppo di artigiani i cui antenati commerciavano lungo la grande Via della Seta. Ikat uzbeki meticolosamente lavorati e ricami tagiki delicatamente realizzati dimostrano la ricca cultura della produzione tessile della regione.

Casa delle suore

Raggiungendo invece la Casa delle Suore si incontra il progetto “Unique Client”, affidato agli studenti dello Studio di Design della Moda e della Calzatura dell’UMPRUM, l’Accademia di Arti, Architettura e Design di Praga. Gli studenti hanno lavorato al progetto sotto la guida della costumista Simona Rybáková e dell’assistente dello studio Vojtěch Novotný. Dato che la moda pret-a-porter è conforme alle proporzioni fisiche “standard”,  i giovani stilisti hanno avuto il compito di assistere altri clienti con caratteristiche “non prêt-à-porter”, esigenze specifiche, desideri e aspirazioni. Le proporzioni e le qualità uniche del fisico di alcuni di questi clienti erano dovute a predisposizioni congenite, malattie gravi o lesioni. In termini di umanità, tuttavia, l'”atipicità” delle loro preferenze di abbigliamento deriva anche dal loro individualismo, dalla loro identità e dal loro stile di vita.

Fuorisalone 2022: ritornare a casa Unique client
Unique Client by UPRUM

Spostandosi al primo piano della struttura si poteva trovare il lavoro di Maximilian Marchesani: “Unproduced”. Un viaggio intimo e personale nelle paure e riflessioni del designer riguardo la salute ambientale e il suo rapporto con l’artificialità dello spazio creato dall’essere umano. Attraverso tre progetti Giovani e Stupidi, Famiglia e Matrice prendono forma l’aggiornamento dell’elemento naturale capace di evolvere in caratteristiche e funzioni in relazione con le creazioni umane. ‘Unproduced’ sogna un punto di equilibrio che cerca di tenere insieme il mondo naturale, irrimediabilmente contaminato, e il mondo artificiale, al quale non possiamo ormai pensare di rinunciare. 

Fuorisalone 2022: ritornare a casa Maximilian Marchesini
Unproduced by Maximilian Marchesani

Beni Rugs infine ha presentato “Spoken Lines”, una collaborazione con Colin King. La collezione ha esplora la tradizione della produzione di tappeti marocchini e il modo in cui si evolve insieme alle influenze del design contemporaneo. 10 tappeti che si sono allontanati dall’estetica tradizionale marocchina, continuando a esplorare i modi in cui questo mestiere antico può incontrarsi con il design globale e innescare una conversazione culturale.

BASE 

BASE polo creativo nel cuore di Tortona, ha proposta la seconda edizione di “We Will Design”. Un laboratorio sperimentale con designer da tutto il mondo per immaginare nuovi strumenti, pratiche ed esperienze come risposta alle tante contraddizioni del presente. Economia circolare, biodiversità, processi di co-progettazione, nuovi approcci all’apprendimento e dispositivi individuali sono stati i macroprogetti trattati.

In questo contesto sono state due le proposte capaci di sorpendermi. La prima “The Lighthouse” è un progetto che nasce da una domanda. “E se potessimo usare la luce dei rifiuti pubblici per coltivare cibo?”. Si compone di un bioreattore camuffato da arredo urbano che sfrutta i cianobatteri (primi microbi fotosintetici della Terra) invertendone il ciclo giorno/notte, per creare una luce flebile meno dannosa per gli animali notturni. 4F.STUDIO considera i microbi, il cibo e le comunità locali come temi centrali per guidare la propria pratica per rispondere a problemi sociali noti per creare comunità sostenibili e forme di produzione responsabili.

La seconda invece è stata Francesca Tambussi con il suo “Hyperburgers”, un supermercato innovativo interamente gestito dai consumatori. Propone uno sviluppo solidale di distribuzione del cibo alternativo alla GDO. Esempio di design sociale alla ricerca di modelli di commercio alternativi.

Fuorisalone 2022: ritornare a casa  Francesca Tambussi
Hyperburgers by Francesca Tambussi

Sanctus di Lasvit via Voghera

In occasione del Fuorisalone 2022, Lasvit ha presentato Sanctums, a cura di Maxim Velčovský, Art Director di Lasvit.Lasvit ha reso omaggio a pezzi iconici del brand come Herbarium, Midsummer, Chiper o Globe Metro e nuove collezioni di vetreria e illuminazione, realizzate in collaborazione con i migliori designer del mondo tra cui A:Live, un’installazione cinetica modulare in vetro, ideata da Stefan Mihailović, membro del team di progettazione Lasvit. A:Live, attraverso una serie di semplici movimenti, è in grado di creare composizioni di luce maestose e complesse, perfette per arredare gli spazi in modo del tutto scenografico.

Fuorisalone 2022: ritornare a casa Lasvit
Sanctus by Lasvit

Statale

Passando alla Statale di Milano sono stato colpito da Elementa, l’installazione degli amici di Ovre.Design per Cerasarda. Un chiaro rimando al rapporto tra essere umano e elementi naturali. Nel Sottoportico del Cortile d’Onore quattro strutture dai colori differenti poste l’une accanto alle altre, ognuna contenente opere in ceramica decorate con simboli di fuoco, acqua, terra e aria. L’analisi dello studio sul tema della rigenerazione si è focalizza sul rapporto con gli elementi naturali, nella consapevolezza che solo la comprensione di questi possa portare l’essere umano a rispettarli. Ciò si è tradotto in quattro ambienti fisici e i corrispondenti manufatti.

Fuorisalone 2022: ritornare a casa Ovre.Design
Elementa by Ovre.Design

Mentre all’interno del cortile ha preso vita Supercalifragilisticexpialidocious. L’installazione-esperienza a cura di Isay Weinfeld (in partnership con Portobello, Casone Group e Mapei)  trae la sua forza da una narrazione intima e personale per generare connessioni creative. Il designer racconta di sé, delle cose che gli piacciono nella vita e della sua visione del mondo. L’installazione ha l’aspetto di un’essenziale scatola in legno intonacata di nero e all’interno racchiude un mondo denso di suggestioni e richiami ad arti visive, cinema, musica, danza, teatro, letteratura e architettura, riannodando i fili di una personale narrazione. Una selezione che mi ha fortemente emozionato grazie a riferimenti comuni da Jaques Tati a “Pina” di Wim Wenders passando da John Cage e attraversando le meraviglie del cinema, dell’arte e della musica che rendono le nostre vite così ricche di simboli e orizzonti di significazione.

Supercalifragilisticexpialidocious by Isay Weinfeld

SUPERSTUDIO

SUPERDESIGN SHOW ha presentato il progetto Looking Ahead. “Guardare Lontano” in tutti i sensi, questo il tema dell’anno che coinvolge i partecipanti e invita a scoprire le tendenze dell’abitare, le soluzioni sostenibili e i cambiamenti che economia circolare, human technology e nuovi scenari, porteranno nel futuro prossimo. 

Fuorisalone 2022: ritornare a casa Sapiens studio
Monet by Sapiens design

Qui ho potuto ritrovare i pluripremiati Sapiens design, che insieme a Pollini Home, hanno realizzato Monet, serie composta da una libreria e due tavolini che si distinguono per leggerezza ed organicità delle forme e anche Claudio Volta di Doodesign con Stele, collezione realizzata insieme all’ artista Niccolò Morgan Gandolfi. Per questa collezione il lavoro di Gandolfi si caratterizza per l’utilizzo di elementi naturali, come la l’argilla, per creare un ponte fra passato e presente. Una collezione che ricevuto notevole successo e attenzione sia dal pubblico che dagli addetti al settore.

Fuorisalone 2022: ritornare a casa Doodesign
Stele by Doodesign

Via Solferino

Avvicinandosi alla fine di questo percorso in via Solferino, negli stessi spazi dove qualche hanno fa prendeva vita la Living Experience, è andato in scena W_A_W collection. L’esperienza di Be Vibes si incentrava sull’interazione tra mondo botanico e musicale, in cui il corpo umano diventa chiave di volta chiudendo un circuito con il proprio tocco che dava vita a composizioni attraverso l’esperienza tattile delle piante in un ambiente totalmente illuminato dalle onde sempre diverse e policromatiche delle lampade create dall’architetto e designer, Fernando Correa Granados.

Fuorisalone 2022: ritornare a casa W_A_W Collection
Be Vibes by W_A_W Collection

Fuorisalone 2022

Questa è solo una minima parte della quantità di suggestioni che la settimana del Fuorisalone è riuscita a regalarmi. Lasciarsi ispirare, espandere le proprie visioni, ottenere spunti da cui partire, rappresentano la vera essenza di un evento capace di far comprendere come il progettare allarghi i propri confini ai modi di vivere il sociale, l’ambiente e la bellezza.  

Milano Design week 2022: l’evoluzione di un unico progetto

Milano Design week 2022: l’evoluzione di un unico progetto

Le storie, a volte, nascono in modo inatteso, si sviluppano in modi non prevedibili e creano sinergie inaspettate. A Milano Design Week 2022, CNA presenta FUORISERIE: un’esposizione a cui partecipano tanti amici designer e brand che hanno partecipato a Digital Detox Design e che invito caldamente a visitare.

Era il 2018, anno che ormai sembra distante decenni, quando alla stessa Design Week mi sono imbattuto in una lampada. In un’era piena di stimoli è diventato ormai esperienza non comune essere colpiti così intensamente da un oggetto, dalla sua forma, dalla sua materialità. In mezzo migliaia di meravigliosi prodotti, “Oplàmp” di Sapiens Design aveva fatto colpo su di me. Avrei voluto immediatamente conoscere i suoi designer Gloria Gianatti e Alessandro Mattia ma dovetti rinunciare in quel momento, prendere il numero di telefono e attendere. Non c’era molto da dire loro se non che li volevo con me alla prossima Bologna Design Week. 

Oplamp Sapiens design Alessio Conti blogMilano Design week 2022

Questa prima collaborazione si concretizza nel format di “Esprit du Vélo”, mio primo percorso espositivo a Bologna Design Week 2018, dedicato alla mobilità sostenibile insieme a Dynamo Velostazione. Ospitata nelle gallerie della Montagnola, in una città a misura di bicicletta, bella, pulita, fatta di incontri, arte e di condivisione, questa esperienza ha voluto aprire le porte per inondarla di luce, trasformando il movimento in energia.

Fu il primo passo di un progetto che si sarebbe sviluppato negli anni a venire. Una scintilla che si è evoluta grazie alla voglia di fare ed esprimersi attivamente. I legami si sono sempre più rafforzati in un mix tra crescita personale e professione, tra arte, design e digital marketing.

Siamo da lì approdati insieme nel 2019 al Fuorisalone – Milano Design Week con l’installazione Living Experience nel cuore di Brera, in Via Solferino. L’evento è stato concepito dal nascente progetto “Digital Detox Design” per depurarsi dal sovraccarico informativo, creando uno spazio dove respirare e permettere un’interazione semplice e naturale tra la materia e le persone. Il progetto rivede la partecipazione dello Studio Sapiens, a cui si aggiungono molte altre realtà come Chendù, Amaaro, Matteo Bandi, Doodesign, Aguzzoli Arredamenti, Laura Arduin, Cobe Architetti e molti altri.

living_experience digital detox designAlessio Conti blogMilano Design week 2022

Nel mezzo di tutto questo ci siamo ritrovati prima da Rebell a Reggio Emilia dove Sapiens Design e NestArt hanno vinto i due premi principali poi in Germania, a Essen per la cerimonia di premiazione del Red Dot Award che ha celebrato la lampada inserendola per un anno intero all’interno del Design Museum, patrimonio UNESCO

Nel frattempo il progetto di incontro tra benessere digitale e design ottiene un successo tale da generare un nuovo format, Alkemia, questa volta con la progettazione di Stefano Lodesani Studio, prima presso lo spazio Adiacenze a Bologna in occasione della Design Week di Bologna e poi a Praga alla Czech Design Week. In queste occasioni il progetto si tinge di sfumature magiche in un percorso tra arte, design, musica e profumi per entrare in contatto con l’essenza della materia. Un viaggio multisensoriale che ha raccolto ottimi riscontri.

Alkemia Alessio Conti BlogMilano Design week 2022

Quasi come nella struttura di un film classico, su questo percorso di continua crescita si intromette un ostacolo apparentemente insormontabile: una pandemia globale. L’esperienza dal vivo viene messa in pausa e come per le persone, anche per il design e un colpo non indifferente. Pensiamo solo come tutto questo percorso sia nato da un unico momento di stupore, con uno sguardo che cade su una lampada nel bel mezzo di un enorme fiera. Se non ci fosse stato nessun evento, probabilmente Esprit du Vélo, Living Experience, Digital Detox Design, relazione e idee non sarebbero mai nate. Eppure siamo andati avanti e abbiamo riconvertito con una serie di serate a tema il nostro concept.

Le relazioni e i progetti riescono comunque a non fermarsi e, nel 2021, Stefano Lodesani, Nestart e Pollini Home con Studio Sapiens riescono a presentare le loro novità di design a Superstudio Più sempre nello spirito che ha connotato gli eventi precedenti. Per il concetto intrinseco al progetto Alkemia di Digital Detox Design, non è stato possibile partecipare a causa delle comunque presenti restrizioni che non avrebbero permesso di vivere appieno un’esperienza che richiede il coinvolgimento totale dei sensi.

E ora è possibile vedere ripartire a pieno ritmo il percorso iniziato nel 2018, con la mostra evento FUORISERIE alla Milano Design Week dal 6 al 12 giugno, presentata da CNA con la direzione artistica di Sapiens Design e Stefano Lodesani Studio. Negli spazi di Superstudio Più, sette realtà artigiane, alcune delle quali già parte del progetto di Digital Detox Design, presenteranno al pubblico del Fuorisalone la loro idea di unicità attraverso pezzi di design, prodotti che guardano al futuro in modo sostenibile grazie al loro alto valore artistico e artigianale. 

Sarà un piacere nei prossimi giorni poter vedere dal vivo questa ultima creazione dei miei amici e compagni di viaggio tra cui Claudio Volta di Doodesign, un’azienda di interior con sede nel cuore di Bologna, che ha disegnato e realizzato prodotti bespoke potendo contare su un team di artigiani locali di altissimo livello. Un progetto in cui il design invade l’arte, e viceversa, per spazi di vita fuori dal comune.

Alessio Conti BlogMilano Design week 2022

Troviamo poi NestArt, una startup innovativa di Rolo, Reggio Emilia, fondata sull’economia del riciclo, in cui oggetti prendono forma dal recupero della materia modellata dall’acciaio di scarto industriale opportunamente trattato per renderlo sicuro ed eterno. Presenterà a FUORISERIE due progetti di Stefano Lodesani Studio e Silvio Bordoni: la poltrona FOOI e i tavolini CREO personalizzati dai tre artisti Ersilia Sarrecchia, Antonio Gregorio Maria Nuccio e Cetti Tumminia.

Alessio Conti BlogMilano Design week 2022

Pollini Home, azienda reggiana che poggia le sue basi sull’esperienza del gruppo Pollini, è dal 1992 nel settore del taglio e della composizione di materiale ceramico. I prodotti di Pollini Home, realizzati da tecnici altamente specializzati e macchinari all’avanguardia, nascono dalla convinzione che il gres porcellanato possa essere materiale per l’arredo e arredo stesso. In mostra, la serie disegnata da Sapiens Design, Monet, composta da una libreria e due tavolini che si distinguono per leggerezza ed organicità delle forme.

Alessio Conti blogMilano Design week 2022

Ci saranno poi nuovi i prodotti di Busatti, famiglia di tessitori che dal 1842 opera nelle cantine di palazzo Morgalanti ad Anghiari, in Toscana. che porterà le serie Yoga e Benessere.

La Cooperativa Ceramiche Noi, nata nel 2019 a Città di Castello (PG), è specializzata in Stoneware, un prodotto innovativo, per la prima volta interamente prodotto in Italia, che permette di sfruttare la potenza del Made in Italy unita alla durezza, alla resistenza e alla qualità del materiale grès. Di grande impatto la collezione in mostra KreTTO, un omaggio al maestro Alberto Burri, che si ispira all’opera del celebre artista italiano e in particolare all’imponente cretto nero da lui realizzato nel 1976 e oggi esposto nel giardino di sculture Franklin D. Murphy dell’Università di Los Angeles (UCLA). Accanto a questa, saranno presenti dei pezzi Unici realizzati in collaborazione con l’artista Luca Baldelli.

Dave Guccione Visual, artista a 360°, presenta a FUORISERIE W.HOW, nelle due serie MILANO M4, realizzata in plexiglass, e MILANO FUORISERIE, in metallo ossidato. Si tratta di pannelli decorativi composti da tessere magnetiche, sostituibili e riposizionabili. W.HOW vuole superare la visione dell’opera da guardare e non toccare, ma anzi in questo caso da modificare secondo la propria visione, personalizzandola e seguendo il proprio gusto. 

Dal know-how della famiglia Pasquetti, che opera nel settore della ceramica sin dagli anni Cinquanta del Novecento, nel 2011 nasce il marchio Project the Sign, che unisce sapienza artigianale e conoscenze chimiche e che, superando i limiti tecnologici, crea innovativi radiatori in ceramica altamente personalizzabili. A FUORISERIE presenteranno due termoarredi in ceramica Thermovit®: Domino, un progetto di Fabio e Marco Pasquetti, personalizzato dall’artista Roberto Domiziani, e Lux Horizontalis, sempre progettato da Fabio e Marco Pasquetti e personalizzato dall’artista Akelo-Andrea Cagnetti. In esposizione, anche i due lavabi Butler e Cushion, realizzati per Op! e progettati da Flavio Scalzo.

Sono davvero felice che anche quest’anno gli amici e i designer che si sono conosciuti negli scorsi eventi e hanno collaborato per Digital Detox Design, insieme a nuovi partner e a CNA, possano esporre le loro opere in un ambiente internazionale come Milano Design Week.

Un grosso in bocca al lupo!

Milano Design Week 2021

A Superstudio Più – Milano Design Week 2021 – hanno esposto Sapiens Design, Pollini Home e NestArt!

Milano Design Week 2021 riparte con un’edizione speciale, per tempistiche e modalità. Ho deciso di non partecipare con Alkemia e Digital Detox Design perché ancora non vi sono le condizioni per realizzare eventi multisensoriali garantendo il rispetto delle normative ma sono felice di vedere i lavori di designer, architetti e imprese di questo progetto continuare a collaborare ed esporre a Superstudio Più, uno dei “must” del Fuorisalone.

Lo studio di product design milanese Sapiens Design, composto da Alessandro Mattia e Gloria Gianatti ha collaborato con Pollini Home e NestArt per realizzare nuovi complementi di arredo, lavabi, tavolini e pouf. Stefano Lodesani Studio ha collaborato nella progettazione dell’allestimento, nello sviluppo di una libreria componibile e nella creazione di un set di sgabelli e coffee table con Nestart.

POLLINI HOME

Pollini Home presenta arredi e oggetti con finiture che rimandano alla bellezza naturale delle pietre italiane, storia di territori e tradizioni tra cui l’affresco a rilievo, la pre-incisione, il Wabi-Sabi e la termoformatura.

Yso è una coppia di tavolini in due versioni: con piano esagonale e tecnica della pre-incisione e con piano circolare in cui la tecnica dell’affresco a rilievo crea superfici tattili dove la luce entra in simbiosi con la materia, impreziosendola. L’impilabilità e la leggerezza della struttura conferiscono ad Yso una forte valenza geometrico-architettonica.

YSO Sapiens Design - Pollini Home Milano Design Week 2021
YSO

La serie di lavabi Ratio, caratterizzata da volumi netti e squadrati, è realizzata attraverso un processo artigianale che incontra l’ingegneria di precisione. Applicando la tecnica dell’affresco a rilievo il lavabo risulta elegante, mentre la tecnica della pre-incisione gli conferisce una valenza geometrica-architettonica.

Civitas è un vaso realizzato con la tecnica del mosaico in stile Wabi-Sabi. Ne derivano tessere dai bordi irregolari che danno vita ad una superficie imprecisa e donano una valenza estetica all’imperfezione.

Un’innovativa tecnica di lavorazione è applicata al piatto doccia in gres porcellanato termoformato, che favorisce il deflusso dell’acqua con pendenza senza fughe. Una soluzione elegante per integrare totalmente la doccia nell’ambiente.

NESTART

Nestart la startup innovativa di Rolo che coniuga arte e nesting a partire dalla sostenibilità.

Per il Fuorisalone 2021 NestArt ha collaborato con Sapiens Design e con Stefano Lodesani Studio realizzando quattro collezioni, con il finishing di APDesigns. 

L’appendiabiti PAN e il set di tavoli con pouf CONTINUUM riscoprono insieme a Sapiens Design la tridimensionalità a partire dalla lastra d’acciaio, creando una serie di prodotti dalla valenza scultorea, che dialogano con luce e ambiente.

PAN – Fotografie: Davide Bartolai

Pan è una coppia di appendiabiti di altezze diverse realizzata completamente in acciaio recuperato. I componenti sono ricavati dalla progettazione e ottimizzazione dello scarto proveniente dai processi industriali del taglio laser dell’acciaio.

A partire da una lastra bidimensionale, la lavorazione ha permesso di ottenere un aspetto tridimensionale e un volume sfaccettato dalla valenza scultorea che dialoga con luce e ambiente.

“Pan”, divinità delle selve, si ispira alla natura, ai grandi coralli e alle trame di arbusti. La sua valenza organica va oltre la forza del metallo e la reinterpreta attraverso forme innovative.

La collezione Continuum comprende due tavolini e un pouf. Il processo di lavorazione dell’acciaio ha permesso di piegare la lastra su se stessa, perpetuando un’idea di circolarità e continuità, destinata a ridare vita allo scarto. “Continuum” si ispira dunque alla continuità della materia e all’eterno ritorno della filosofia dell’economia circolare.

CONTINUUM – Fotografie: Davide Bartolai

Con Stefano Lodesani Studio ha prodotto ODE, un sistema di libreria componibile, e ZENO, una famiglia di sedute con coffee table. Le due collezioni indagano la semplicità delle forme nate dalla ricerca delle potenzialità dell’acciaio per creare nuovi volumi di forte identità. Anche in questo caso gli arredi sono eco-sostenibili e personalizzabili in base alle esigenze di colore e finiture.

ODE – libreria componibile

Milano Design Week riparte con tanta voglia di creare oggetti belli, sostenibili e di carattere grazie anche alla collaborazione tra imprese e designer che con coraggio non smettono di progettare con uno sguardo innovativo e attento. Da Bologna Design Week a Praga, passando attraverso un periodo non certo semplice, i protagonisti di Alkemia continuano a stupire e a inventare!

ZENO – Sedute e Coffee table

A Superstudio Più le nuove creazioni di Sapiens Design, Pollini Home e NestArt hanno creato grande interesse per la loro unicità e l’eleganza associata a materiali resistenti e di pregio. E tu? Cosa ne pensi?

Design & Future – CNA e UNIBO insieme per le imprese

Design & Future Challenges è un percorso per portare innovazione nelle PMI, nato dalla sinergia tra CNA Reggio Emilia e UNIBO.

In questi mesi ho collaborato con CNA Reggio EmiliaArea Education, le unioni Artistico e tradizionale e Produzione e l’Università di Bologna – Advanced Design Unit per ideare e realizzare Design & future challenges – studenti e imprese affrontano le nuove sfide del futuro, un progetto che nasce con l’obiettivo di portare nuove idee per le imprese con approcci volti a rispondere alle esigenze contemporanee offrendo prospettive diverse per creare prodotti in linea con le aspettative del mercato, per sfruttare al meglio le piattaforme digitali, per comunicare a stakeholder, prospect e clienti e per cavalcare il cambiamento, approfittando delle opportunità che ogni momento di crisi porta con sé.

Nelle Società complesse infatti la mera pianificazione non è sufficiente. Occorrono approcci di Design Thinking attraverso cui ideare, prototipare, realizzare e testare prodotti e processi apprendendo in modo costante e integrando nuove conoscenze. Il design diviene quindi modello di riferimento per fare innovazione in modo sostenibile, sviluppare nuovi modelli di business, comunicare efficacemente e attuare una reale digital transformation.

Vere e proprie sfide quotidiane per imprese e designer che ritroviamo nel format che abbiamo previsto: Design & Future Challenges

Un format che si pone un triplice obiettivo:

  • Far fronte al cambiamento con proposte concrete che si sviluppano a partire da un approccio di design thinking favorendo lo sviluppo di contenuti di qualità, di idee, di visioni per l’innovazione
  • Tirocinio: CNA Artistico e Produzione promuovono tirocini formativi per gli studenti che possono così confrontarsi con aziende in grado di trasmettere il loro know-how e fornire temi concreti con cui confrontarsi.
  • Networking di qualità: CNA Artistico e Produzione crea così relazioni proficue tra Università, Imprese, Studenti e Imprenditori

Cosa abbiamo vissuto durante il webinar

Dopo i saluti di Fabrizio Barbieri – Presidente CNA Artistico e Tradizionale Reggio Emilia e di Silvio Bordoni – Presidente CNA Produzione Reggio Emilia, Ughetta Fabris, Chiara Bulgarelli ed Elena Vai (già Creative Director di Bologna Design Week) hanno introdotto le tematiche. Quindi abbiamo presentato le modalità di lavoro e suddiviso studenti e imprese in tre gruppi di lavoro, coordinati dai tutor accademici.

  • Strategie di comunicazione e vendita
    Simona Colitti – Tutor Accademico
  • Nuovi modelli di Business
    Matteo Gambini – Tutor Accademico
  • Trend di prodotto e processo
    Giulia Tonioni – Tutor Accademico

In questi mesi studenti e imprese lavoreranno a partire dai diversi quesiti posti dalle imprese per lavorare su progetti che verranno presentati il prossimo 15 aprile. Un percorso innovativo e ricco di opportunità che ci auspichiamo possa offrire buone idee per futuri sviluppi.

Alkemia 2020

DOPO BOLOGNA DESIGN WEEK E CZECH DESIGN WEEK, ALKEMIA HA REINVENTATO UN FORMAT TUTTO DIGITALE PER IL 2020. TANTI ARTISTI, BRAND E DESIGN IN ATTESA DI UN PROSSIMO FUORISALONE .

Attraverso la singolarità e specificità dei manufatti dei diversi designer, Alkemia propone un nuova esperienze per stimolare una riflessione più ampia sul senso della creatività. L’evento si fonda sulla collaborazione tra mondo manifatturiero, designer e artisti, in un percorso in cui la materia si dissolve, si purifica e si ricompone.

Dopo gli allestimenti in occasione di Bologna Design Week durante il CERSAIE 2019 e a Praga a dicembre all’interno di Czech Design Week, Alkemia si reinventa con un’edizione tutta digitale in attesa di poter realizzare il nuovo allestimento curato da Stefano Lodesani Studio. Il percorso espositivo racconterà gli stati alchemici attraverso il colore – bianco, nero, rosso – luci, suoni e profumi, creando suggestioni simboliche e un’esperienza sensoriale che esalta il rapporto tra uomo e manufatto. Seguendo l’approccio eco-sostenibile di Digital Detox Design, vengono utilizzati materiali a minor impatto ambientale, quali tessuti, legno, metallo e tubi di cartone industriale che, grazie anche ai forti contrasti di luce e ombra, danno vita a un allestimento dalla forte valenza scenografica.

Stefano Lodesani Studio ha firmato progetti per mostre quali “Confessionali” di Michael Kenna nel 2017 e la recente su Antonio Fontanesi presso i Musei Civici di Reggio Emilia. Oltre che per l’architettura, coltiva la sua passione per il design e la grafica ottenendo pubblicazioni sull’ADI Design Index e sul catalogo del Compasso d’Oro.

Quest’anno abbiamo deciso di restare vicino al nostro pubblico con una serie di dirette web su Youtube e Facebook che si concluderanno il 3 dicembre. Ecco i protagonisti!

BRAND E DESIGNER

Doodesign espone la collezione outdoor “Stele” – composta da sedute e tavolino in terracotta – creata in collaborazione con il poliedrico artista di origine statunitense Niccolò Morgan Gandolfi, ispirata al giardino all’italiana e al lavoro dell’incisore e architetto del ‘700, Giovanni Battista Piranesi.

Stele di Doodesign

Matteo Giannerini presenta “M.I.N.E.”, una linea di complementi d’arredo che sovverte l’utilizzo di forme precise, proponendo una riflessione sulla cultura e sul ruolo del design come strumento democratico di unione e apertura. In mostra, una serie limitata di lampade e tulipaniere in ceramica smaltata reinterpretate in chiave iconica che – grazie ai rimandi cromatici e formali – assumono le sembianze metaforiche di tante ampolle alchemiche.

Mine di Matteo Giannerini

La creatività di Pollini Home presenta innovativi arredi ceramici con l’intento di dare risalto all’ambiente bagno, luogo in cui rilassarsi e dedicarsi alla cura di sé dilatando i tempi imposti dai ritmi del digitale e della social addiction.

Vincitore del premio Rebell, il brand NestArt presenta un’innovativa superficie pensata per il mondo del design e dell’architettura mettendo in mostra tavolini che attingono dalla tradizione della Tarsìa Rolese per riproporla con materiali evoluti ed eco-sostenibili.

Alessandro Mattia e Gloria Gianatti di Sapiens Design – vincitori del Red Dot Award 2019 nella categoria Product Design – espongono “YSO”, una coppia di tavolini, realizzata in collaborazione con Pollini Home, di altezze differenti che possono essere accostati o sovrapposti per generare giochi di forme. La forma esagonale del piano in gres porcellanato, l’impilabilità e la leggerezza della struttura in acciaio, conferiscono a “YSO” una forte valenza geometrico- architettonica.

YSO

In mostra anche “Intrecci”, un sistema di moduli assemblabili che si rifà all’antica tecnica del Pezzotto Valtellinese – la tradizionale lavorazione basata sul riciclo di scarti di tessuto – valorizzato dall’innesto nella trama di altri materiali.

Il designer Francesco Aiazzi presenta “TO.BE”, una sedia composta da uno scheletro fisso in legno eco-sostenibile e due moduli – schienale e seduta – dalle infinite possibilità di personalizzazione, per ottenere un oggetto unico e originale, in cui rispecchiare il proprio essere. Disponibili in diverse tipologie di legno, inserti in vetro, ceramica, stoffa e persino in erba, intesa come simbolo di rinascita.

Sponsor tecnici: Designers Guild (azienda leader di tessuti e rivestimenti per l’arredo), Sitmatic (innovative sedute ergonomiche incentrate sul benessere della persona), Profumi di Perugia (profumeria di nicchia che crea fragranze evocative, tra estetica e spiritualità).

CONCEPT
ALKEMIA: un’esperienza di digital detox tra arte e design

Nell’era dell’iperstoria, le difficoltà di conciliare progresso tecnologico e valori etico-culturali con la dimensione umana impattano con evidenza nel nostro quotidiano. Sempre più spesso, si sente parlare della necessità di una nuova consapevolezza nell’uso delle tecnologie digitali. Queste hanno infatti trasformato radicalmente il mondo così come lo abbiamo conosciuto. I ragazzi iperconnessi vivono ormai dimensioni assimilabili a Hikikomori, le relazioni attraverso i social network si sono moltiplicate e le notifiche sono parte della nostra routine quotidiana: ci informiamo in modo spesso superficiale senza analizzare quel che leggiamo. Anche il tempo si moltiplica e si frantuma, i luoghi si virtualizzano, la produzione di arredi e complementi e il modo stesso di vivere e abitare risentono di queste trasformazioni, appiattendosi su logiche di mercato alla spasmodica ricerca dell’ennesimo dispositivo da collegare, aggiornare, ricaricare e consumare. Ogni tecnologia produce dei cambiamenti a livello cognitivo, ma nessuna fino a oggi era divenuta tanto onnipervasiva dell’esperienza umana. La téchne, che da un lato aveva affrancato l’essere umano da un’esistenza fragile e legata al destino delle stagioni, diviene oggi un’insidiosa gabbia nel momento in cui si afferma indipendentemente dalla coscienza di cosa significhi creare. Il percorso di Alkemia è strutturato per far vivere al visitatore un’esperienza di contatto profondo con sé, con l’ambiente sonoro e olfattivo, con la luce e con gli oggetti di design e le opere d’arte, recuperando questa consapevolezza.

Digital Detox Design intende promuovere una cultura rispettosa ed etica anche grazie alla partecipazione di esperti e professionisti del settore che interverranno nel corso della Digital Detox Night con le loro riflessioni e i più recenti studi sul tema.

VISUAL IDENTITY

Logo e grafiche sono a cura di Matteo Bandi, designer italiano che vive a lavora a Londra, dove si è laureato con Lode presso il Royal College of Art.

Il suo lavoro si concentra sull’interazione tra umano e oggetto. Creare con una componente emozionale è, infatti, al centro del suo interesse. Sorprendere, coinvolgere e divertire sono i capisaldi della sua ricerca sempre orientata a creare esperienze significative. Tra i primi a credere con passione in Digital Detox Design, ne cura ogni aspetto di immagine, esprimendone i valori con simboli e segni grafici.

LINGUE UTILIZZATE

Ad Akemia a Milan Design Week, li ideali di trasformazione dell’esperienza umana passano anche attraverso le lingue usate. Grazie al supporto di Luigia Oberrauch tutti i testi della mostra infatti sono disponibili, oltre che in inglese e in italiano, anche in esperanto, in omaggio a tutti coloro che credono in un’idea di armonia internazionale. L’esperanto è stato oggetto di approfondimenti recenti da parte di studiosi in tutto il mondo e TEDxRoma ha dedicato ultimamente un evento a questo argomento. Inventata ormai 150 anni fa dal medico e linguista Ludwik Lejzer Zamenhof, questa lingua artificiale continua a essere studiata e parlata da gruppi minoritari, ma resistenti in tutto il mondo.

MUSICHE

Al musicista e compositore Daniele Zamboni è stato affidato il compito di rivelare il potere totemico dell’emozione generata da ciascuna delle opere presentate, creando otto esperienze sinestetiche in cui la musica, la visione e il profumo evocano otto differenti stati interiori. Questi stati possono essere assimilati agli “arcana” alchemici ovvero forze che costituiscono e governano tanto l’uomo quanto la natura e che pertanto ci aprono le porte di una conoscenza affettiva, immediata dell’universo intero e del suo fondamento celeste. Gli “Otto silenzi per violino solo” sono suonati da Pietro Fabris, associando gli oggetti e i manufatti alle sue composizioni.

ARTI VISIVE

Non mancheranno le arti visive. Francesca Catellani espone il progetto fotografico “Underskin” – stampe a carbone su carta giapponese fatta a mano – un viaggio interiore nel mondo dell’inconscio e del sogno attraverso immagini rarefatte che emergono dal fondo per venire alla luce. L’artista presenta anche la nuova opera di video art “Between the lines”, un racconto degli stati dell’essere e del suo fluire attraverso le trasmutazioni.

Francesca Catellani – Preview “Between the lines”

In mostra, inoltre, le opere di Vera Pravda, artista visiva da
sempre legata ai temi ambientali e i cui dipinti riducono
significativamente il livello di inquinamento dell’aria perché realizzati con speciali pitture per edilizia che abbattono fino all’88,8% i NOx, gli ossidi di azoto prodotti dalla combustione. Le installazioni e i dipinti di Vera Pravda sono sempre intesi come azioni per intervenire in modo costruttivo nella società contemporanea, generando cambiamenti positivi tangibili.

Visibile anche il progetto “Papillions” di Ludovica Baraldi, un’installazione che unisce arte, design e arredo. Già esposto all’interno di Riverart e alla Biennale di Venezia, entra a far parte di Alkemia con un allestimento site specific, prima dell’esibizione a New York la prossima estate.

PROFUMI ALCHEMICI

Durante le serate si avvicenderanno diversi professionisti e artisti per fare immergere il visitatore nella bellezza dell’arte, prendendosi un attimo di pausa dal mondo dei social e delle notifiche. Si potranno conoscere i profumi alchemici di Carlo Sargenti che ha scelto l’evento per il lancio ufficiale delle nuove fragranze “Acqua di Perugia” le quali, attraverso un processo alchemico, trasformano l’antico veleno medioevale in essenze di benessere. Ecco così che Albedo, Rubedo e Nigredo divengono tre eau de parfum dal forte potere evocativo.

Ad affiancarlo, l’artista Gaetano Fiacconi che mostrerà le sue opere ispirate agli stati alchemici utilizzando un torchio antico.

GLI SPEAKER

Monica Bormetti, con il suo intervento “Gli smartphone fra noi e la vita”, parlerà degli effetti della tecnologia sulle capacità cognitive e di come riequilibrare l’uso del digitale.

La tecnologia ha sensibilmente migliorato le nostre vite ma, se non viene usata in modo consapevole, rischiamo di subirne alcuni effetti. Essere sottoposti a continue stimolazioni dal digitale, sottopone la nostra mente a uno stress cui l’essere umano non è abituato. E i servizi/app usano una serie di trucchi psicologici perché aumenti il nostro tempo di utilizzo: abituiamo così il nostro cervello a operare in modalità distratta (nell’illusione del multitasking) e questo ha effetto sulla nostra capacità di stare concentrati ed essere creativi.

Psicologa e formatrice sul benessere digitale. Nel 2019 ha scritto #Egophonia (Hoepli), un libro che promuove un uso consapevole del cellulare.

Francesco Pozzi parlerà di Nudge: la “spinta gentile” degli ambienti e degli oggetti per il nostro benessere.

È il contesto che guida le nostre scelte. Le decisioni grandi e piccole, e le micro-decisioni della vita quotidiana, sono costantemente influenzate dagli spazi e dagli oggetti con cui viviamo. Dove mi siedo, come impiego i minuti liberi, cosa faccio con lo smartphone – ma anche: come mi sento, cosa penso, quanto mi concentro o mi distraggo. L’economia comportamentale, o behavioral economics, è la disciplina scientifica che più di ogni altra ha messo a fuoco i modi in cui subiamo queste influenze. Il nudging, programma di ricerca per cui Richard Thaler ha vinto il premio Nobel nel 2017, ha dimostrato come queste influenze possano essere governate e utilizzate per produrre decisioni, grandi e piccole, migliori. Contesti che favoriscano il benessere psicologico.

Ph.D., insegna Behavioral Economics, co-fondatore di aBetterPlace.it, che si occupa di formazione, consulenza e progettazione in architettura delle scelte per il benessere individuale e collettivo.

Social warning, il Movimento Etico Digitale nato da un’idea di Davide Dal Maso che mira a informare ragazzi e genitori dei rischi e delle possibilità del web, sarà presente con Fabio Croci che parlerà di come educare al digitale per un rapporto equilibrato e sano con le nuove tecnologie, a partire dai giovani.

Ideatore e fondatore del Social Warning – Movimento Etico Digitale con l’obiettivo di portare la cultura digitale nelle scuole e università con azioni etiche e di informazione per un uso consapevole della rete.

Roberto Tucci, con gli studenti e le studentesse del primo anno del biennio Story Design della Scuola Holden – del corso di Paolo Iabichino – leggeranno alcuni testi del New Train Manifesto composto da 30 nuove tesi, una per ogni anno che manca al collasso del pianeta secondo il National Center for Climate Restoration australiano. Dal primo Cluetrain, ne prende a prestito il registro e la medesima impellenza. Scritto da ragazze e ragazzi che hanno tra i 19 e i 29 anni rappresenta un documento da leggere, rileggere e condividere e che invita a una nuova e profonda consapevolezza sul fare mercato, marketing e comunicazione nei prossimi 30 anni.

Andrea Sommani

LAndrea Sommani – compositore di musica strumentale e vocale – presenta “Limes”, su testo in esperanto, che sarà interpretata dal soprano Caterina Belvedere. Nelle parole di Sommani “è arduo stabilire in quale momento la voce umana varchi il confine del significato verbale e defluisca nel tempestoso mare dei suoni musicali: un territorio in cui ogni eventuale possibilità di comunicazione non è subordinata a una lingua particolare ma si affida alla sensibilità, all’attenzione, all’ascolto di ogni essere umano in quanto tale. È forse in ciò che l’utopico e visionario esperimento di Zamenhof, il sogno di una lingua comune a tutti i popoli, si avvicina al mestiere del compositore e del musicista in generale”. Alkemia a Milano Design Week è anche cultura!

DIGITAL DETOX DESIGN

Digital Detox Design è un team di professionisti della comunicazione, designer e brand che intende portare l’attenzione sull’importanza di disconnettersi dai nostri smartphone per riconnettersi con altre dimensioni dell’esistenza e recuperare il senso del nostro agire e del nostro vivere riappropriandoci della bellezza e dell’intensità del momento presente.

L’uso costante dello smartphone, infatti, sta producendo effetti negativi sulla qualità delle nostre vite sia a livello individuale che sociale: riduzione della concentrazione, stress da approvazione, diminuzione della memoria, depressione, perdita di capacità di analisi.

Digital Detox Design è un progetto che invita a depurarsi dal sovraccarico informativo attraverso la creazione di spazi in cui respirare e poter interagire con la materia e le persone per portare il design a un livello superiore, oltre la progettazione di complementi di arredo. Un design sensibile alla nostra esigenza più profonda: essere umani.

www.digitaldetoxdesign.it | IG digitaldetoxdesign – FB digitaldetoxdesign

Info: Alessio Conti | info@wordpress-853088-3172810.cloudwaysapps.com | +39 3471034602

DOVE

In diretta sui nostri canali Facebook e Youtube!

QUANDO

8 ottobre 2020 ore 20,30
5 novembre 2020 ore 20,30
3 dicembre 2020 ore 20,30

CREDITI

Un evento ideato e curato da Alessio Conti

Progettazione spazi espositivi: Stefano Lodesani Studio
Grafica: Matteo Bandi
Website: Sapiens Design Studio
Media Partner: Ciuri Mood, Design Outfit, Smart Break
Consulenza olfattiva: Carlo Sargenti
Artisti: Ludovica Baraldi, Francesca Catellani, Gaetano Fiacconi, Vera Pravda
Musiche: Andrea Sommani, Daniele Zamboni
Violinista: Pietro Fabris
Soprano: Caterina Belvedere
Foto e video: Andrea Colacicco
Talk: Monica Bormetti, Francesco Pozzi, Davide Dal Maso di Social Warning – Movimento Etico Digitale, New Train Manifesto

Alkemia: il nuovo progetto Digital Detox Design

IN OCCASIONE DI BOLOGNA DESIGN WEEK 2019 DIGITAL DETOX DESIGN PRESENTA ALKEMIA, UN PERCORSO TRA ARTE, DESIGN, MUSICA E PROFUMI PER CONOSCERE L’ESSENZA DELLA MATERIA.

In occasione di Bologna Design Week 2019, Digital Detox Design presenta “Alkemia”. Dopo Living Experience, in via Solferino 11 a Milano durante la scorsa edizione del Fuorisalone, Digital Detox Design approda a Bologna con un progetto tutto nuovo che trae ispirazione dal mondo degli alchimisti.

Alkemia – Video Art

Nell’era dell’iperstoria le difficoltà di conciliare progresso tecnologico e valori etico-culturali con la dimensione umana, impattano con evidenza nel nostro quotidiano. Il tempo con il digitale si moltiplica e si frantuma, ragazzi iperconnessi vivono ormai dimensioni assimilabili a Hikikomori, i luoghi si virtualizzano, la nostra capacità di lettura, analisi e memorizzazione si scontra ogni giorno con un crescente stress da notifica. Anche la produzione di arredi e complementi, il modo stesso di vivere e abitare pare risentire di queste trasformazioni appiattendosi su logiche di mercato alla spasmodica ricerca dell’ennesimo dispositivo da collegare, aggiornare, ricaricare, consumare.

Attraverso la singolarità e la specificità dei manufatti dei diversi designer, Alkemia intende stimolare una riflessione più ampia sul senso della creatività. Sperimentando i diversi stati della materia della tradizione alchemica (albedo, rubedo e nigredo) il visitatore è inviato a un contatto profondo con gli oggetti esposti per conoscerne i segreti, i profumi, le vibrazioni, le narrazioni.

Ideato e curato da Alessio Conti, Alkemia è un percorso artistico in cui la materia si dissolve, si purifica e si ricompone. L’oggetto di design diviene così segno tangibile di una trasmutazione, di processi creativi che affondano le proprie origini nell’alchimia. Estrazione, fusione, bruciatura, saldatura sono forme di trasformazione utilizzate ancora oggi nella creazione di materiali come il grès porcellanato o l’acciaio. Una trasmutazione che riguarda soprattuto le idee che grazie all’ingegno divengono prodotti concepiti per soddisfare le esigenze pratiche ed estetiche contemporanee.

Alkemia è un progetto reso possibile grazie alla collaborazione tra mondo manifatturiero, designer e artisti.

Ascari Falegnami ha realizzato appositamente per questa installazione un portale in abete con invecchiamento naturale e dei divisori dal design geometrico in noce canaletto. Doodesign espone Lucciolight, un rivestimento murale che reinterpreta un tessuto di William Morris per condurci in un mondo dalle atmosfere magiche. Matteo Bandi porta da Londra Sidekicks, una serie di oggetti tecnologici votati alla depurazione e al benessere digitale. Matteo Giannerini presenta M.I.N.E., una linea di complementi d’arredo che sovverte l’utilizzo di forme precise, proponendo una riflessione sulla cultura e sul ruolo del design come strumento democratico di unione e apertura. La creatività di Pollini Home si manifesta con la realizzazione di un piano cucina realizzato su un banco di falegnameria e dei volumi in grès porcellanato. Vincitore del premio Rebell, il brand Nestart ha scelto Alkemia per il lancio ufficiale della nuova superficie pensata per il mondo del design e dell’architettura mettendo in mostra tavolini che attingono dalla tarsìa Rolese per riproporla con materiali evoluti ed eco-sostenibili e realizzando l’arcata di ingresso alla mostra.

Alessandro Mattia e Gloria Gianatti di Sapiens Design, vincitori del Red Dot Award 2019 nella categoria Product Design espongono, oltre all’iconica Oplàmp attualmente al Design Museum di Essen, Intrecci,innovativicomplementi d’arredo nati per valorizzare un tessuto della tradizione popolare e la sua tecnica di lavorazione a telaio. La preview di Czech Design Week vede protagonista il vaso di  František Jungvirt in cui il vetro diviene contenitore di processi di trasformazione fisica.

L’allestimento espositivo è a cura di Stefano Lodesani Studio, cheha già firmato prestigiosi progetti per mostre quali  “Confessionali” di Michael Kenna nel 2017 e la recente su Antonio Fontanesi presso i Musei Civici di Reggio Emilia. Per Alkemia ha sviluppato un percorso in cui gli stati alchemici si raccontano attraverso il colore, la luce e i profumi creando suggestioni simboliche e un’esperienza sensoriale unica che esalta il rapporto tra uomo e manufatto.

Daniele Zamboni, in collaborazione con Olfattiva, esalterà l’emozione evocata da ciascuna delle opere presentate con “Sette silenzi per violino solo”, suonata dal M° Pietro Fabris e profumi appositamente realizzati e associati ai diversi oggetti. All’interno si troverà un’opera di Visual art a cura di Lorenzo Fornaciari che permette al visitatore di interagire con particelle, fotoni e strutture archetipiche. Le fotografie di Francesca Catellani completano l’esperienza con Underskin, una ricerca che ha condotto l’autrice a sperimentare una dimensione di continuità tra coscienza di veglia e immagini oniriche a partire dallo studio del Libro Rosso di C. G. Jung. Infine, nella serata di Mercoledì 25 settembre, in occasione della Design Night, la materia diviene movimento e danza con la performance di Sabino Barbieri.

Dove

Lo spazio verrà allestito presso ADIACENZE in Vicolo Spirito Santo 1/B a Bologna.

Date e Orari

Esposizione

23-28 settembre 2019 dalle 14.00 alle 20.00

Inaugurazione e press preview

23 settembre 2019 dalle 18.00 alle 22.00

Design Night

25 settembre 2019 dalle 19.00 alle 24.00

Finissage

28 settembre 2019 dalle 18.00 alle 22.00

Un evento ideato e curato da Alessio Conti
Progettazione: Stefano Lodesani Studio
Logo e grafica: Matteo Bandi
Website: Sapiens Design Studio
Digital content editor: Chiara Ferrari

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Digital Detox Design Full Logo Black

Digital Detox Design è un progetto che invita a depurarsi dal sovraccarico informativo attraverso la creazione di spazi in cui respirare e poter interagire con la materia e le persone. L’idea è quella di elevare il design a un livello superiore, oltre la progettazione di complementi di arredo. Un design sensibile alla nostra esigenza più profonda: essere umani.L’uso costante dello smartphone sta infatti producendo effetti negativi sulla qualità delle nostre vite sia livello individuale che sociale: riduzione della concentrazione, stress da approvazione, diminuzione della memoria, depressione, perdita di capacità di analisi. Digital Detox Design intende portare l’attenzione sull’importanza di disconnetterci dai nostri smartphone per riconnetterci con altre dimensioni dell’esistenza e recuperare il senso del nostro agire e del nostro vivere riappropriandoci della bellezza e dell’intensità del momento presente.Ideato e curato da Alessio Conti, il progetto mira, attraverso il design, l’uso dei materiali, la scelta dei colori e della luce a collegare le persone attraverso una rete più ampia di qualsiasi altra, quella del respiro e del contatto.

Website:

www.digitaldetoxdesign.it

Instagram: digitaldetoxdesign
Facebook: digitaldetoxdesign

Contatti:

Alessio Conti > info@wordpress-853088-3172810.cloudwaysapps.com > +39 3471034602

Alkemia a Bologna Design Week: il design diventa magia

ALKEMIA: DIGITAL DETOX DESIGN A BOLOGNA DESIGN WEEK 2019

Dal 23 al 28 settembre, in occasione di Bologna Design Week 2019, Digital Detox Design presenta “Alkemia”.

Alkemia, il nuovo progetto di Digital Detox Design

Dopo Living Experience, in via Solferino 11 a Milano durante la scorsa edizione del Fuorisalone, Digital Detox Design approda a Bologna durante la settimana del CERSAIE con un progetto tutto nuovo che trae ispirazione dal mondo degli alchimisti.

Alkemia è un percorso artistico in cui la materia si dissolve, si purifica e si ricompone. L’oggetto di design diviene così segno tangibile di una trasmutazione, di processi creativi che affondano le proprie origini nell’alchimia. Estrazione, fusione, bruciatura, saldatura sono forme di trasformazione utilizzate ancora oggi nella creazione di materiali come il grès porcellanato o l’acciaio. Una trasmutazione che riguarda soprattuto le idee che grazie all’ingegno divengono prodotti concepiti per soddisfare le esigenze pratiche ed estetiche contemporanee.

Piano interrato di Adiacenze a Bologna

Nelle sale di Adiacenze, in vicolo Spirito Santo 1/B, a due passi da Piazza Maggiore e dalla casa di Lucio Dalla, il visitatore troverà uno spazio esperienziale in cui gli oggetti entrano in risonanza con suoni, fragranze e racconti, invitandolo a un momento di disconnessione/riconnessione, un’occasione di trasformazione di stati meta-fisici.

A Bologna saranno presenti realizzazioni di Ascari Falegnami, Doodesign, Matteo Bandi, Matteo Giannerini, Pollini Home, Nestart e Sapiens Design, questi ultimi tra l’altro vincitori del Red Dot Award 2019 nella categoria Product Design. Czech Design Week porterà in anteprima un nuovo prodotto selezionato per la prossima edizione che si terrà in dicembre a Praga.

L’allestimento espositivo è a cura di Stefano Lodesani Studio, che ha già realizzato importanti progetti per mostre quali  “Confessionali” di Michael Kenna nel 2017 e la recente su Antonio Fontanesi presso i Musei Civici di Reggio Emilia, in collaborazione con Adiacenze.

Le fragranze sono fornite da Olfattiva con la consulenza di Daniele Zamboni che comporrà inoltre le musiche. Visual art a cura di Lorenzo Fornaciari e Francesca Catellani.

Dal 23 al 28 settembre ti aspettiamo per scoprire la magia della materia.


Digital Detox Design Full Logo Black

Digital Detox Design è un progetto che invita a depurarsi dal sovraccarico informativo attraverso la creazione di spazi in cui respirare e poter interagire con la materia e le persone. L’idea è quella di portare il design a un livello superiore, oltre la progettazione di complementi di arredo. Un design sensibile alla nostra esigenza più profonda: essere umani. 

L’uso costante dello smartphone sta infatti producendo effetti negativi sulla qualità delle nostre vite sia livello individuale che sociale: riduzione della concentrazione, stress da approvazione, diminuzione della memoria, depressione, perdita di capacità di analisi. Digital Detox Design intende portare l’attenzione sull’importanza di disconnetterci dai nostri smartphone per riconnetterci con altre dimensioni dell’esistenza e recuperare il senso del nostro agire e del nostro vivere riappropriandoci della bellezza e dell’intensità del momento presente.

Ideato e curato da Alessio Conti, il progetto mira, attraverso il design, l’uso dei materiali, la scelta dei colori e della luce a collegare le persone attraverso una rete più ampia di qualsiasi altra, quella del respiro e del contatto.

Dove

Lo spazio verrà allestito presso ADIACENZE in Vicolo Spirito Santo 1/B a Bologna. ADIACENZE è uno spazio ibrido, dinamico, nel quale l’arte emergente pura va ad affiancarsi e a fondersi con realtà sperimentali appartenenti al campo dell’editoria, dell’illustrazione, del fumetto e del design.

Date e Orari

Esposizione

23-28 settembre 2019 dalle 14.00 alle 20.00

Inaugurazione e press preview

23 settembre 2019 dalle 18.00 alle 22.00

Design Night

25 settembre 2019 dalle 19.00 alle 24.00

Finissage Cocktail Party

28 settembre 2019 dalle 18.00 alle 22.00

Website:

www.digitaldetoxdesign.it

Un evento ideato e curato da Alessio Conti

Progettazione: Stefano Lodesani Studio / Adiacenze

Logo e grafica: Matteo Bandi

Website: Sapiens Design Studio

Contatti:

Alessio Conti

mail: info@wordpress-853088-3172810.cloudwaysapps.com

cell.: +39 3471034602

Instagram: /digitaldetoxdesign

facebook: /digitaldetoxdesign